LETTERA DI UN RAGAZZO
DELLA X MAS FUCILATO
Ritengo sia giusto e
doveroso qua leggere l’ultima lettera di FRANCO ASCHIERI
diciassettenne romano, nel settembre 1943 lascia gli studi
per arruolarsi per X Mas.
Paracadutista, viene assegnato ai Servizi Speciali operanti
al di là delle linee nemiche.
Fatto prigioniero e
fucilato il 30 Aprile 1944 a S. Maria Capua Vetere, alla Mamma, a mò di tutte
le mille lettere scritte dai nostri caduti, o di tutte quelle che, pensate,
nell’ora del martirio molti camerati non hanno avuto il tempo di scrivere:
“Cara mamma, con l’animo pienamente sereno mi preparavo a
lasciare questa vita che per me è stata così breve e nello stesso tempo così
piena e densa di esperienze e sensazioni. In questi ultimi momenti l’unico
dolore per me è costituito dal pensiero di coloro che lascio e delle cose che
non ho potuto portare a compimento. Ti prego mamma, fai che il mio distacco da
questa vita non sia accompagnato da lacrime, ma sia allietato dalla gioia
serena di quegli animi eletti che sono consapevoli del significato di questo
trapasso. Ieri dopo che mi è stata
comunicata la notizia, mi sono disteso sul letto ed ho provato una sensazione
che avevo già conosciuta da bambino: ho sentito che il mio spirito si riempiva
di forza e si estendeva fino a divenire immenso. Come se volesse liberarsi dai
vincoli della carne per riconquistare la libertà.
Non ho alcun risentimento contro coloro che stanno per
uccidermi perché so che non sono che degli strumenti scelti da Dio, che ha
giudicato sufficientemente il ciclo spirituale da me trascorso in questa vita
presente. Sappi mamma che non resti sola, perché io resterò vicino a te per
sostenerti ed aiutarti finché non verrai a raggiungermi; perché sono certo che
i nostri spiriti continueranno il loro cammino
di redenzione, dato che il legame che ci
univa su questa terra, più di quello che
esiste tra madre e figlio, è stato quello che unisce due spiriti affini e
giunti allo stesso grado di evoluzione. Sono certo che accoglierai la notizia
con coraggio e voglio che tu sappia che in momenti difficili io ti aiuterò come tu hai aiutato me durante questa vita.
In quest momento sono li da te e ti bacio per l’ultima volta, e con te papà e a
tutti gli altri cari che lascio.
Cara mamma termino la lettera perché il tempo dei condannati
a morte è contato fino al secondo.
Sono contento della morte che mi è destinata perché è una
delle più belle, essendo legata ad un sacro ideale. Io cado ucciso in questa
immensa battaglia per la salvezza dello spirito e della civiltà, ma so che
altri continueranno la lotta per la vittoria e che la Giustizia non può che
assegnare a noi. Viva il Fascismo. Viva l’Europa.
Tuo Francesco.
Tratto da “ lettre dei condannati a morte della R.S.I.
Per far si che la nostra bandiera , las bandiera par la
quale tanti nostri Camerati sono caduti,
continui a garrire sulla, nella nostra povera Italia è
necessario stringere i denti, sacrificarci, sacrificare le nostre ambizioni
unicamente, credere, combattere, e obbedire.
IL TRADITO POTRA’ ANCHE ESSERE INGENUO, MA IL TRADITORE
RIMARRA’ SEMPRE UN INFAME!
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