domenica 20 aprile 2014

LETTERA DI UN RAGAZZO DELLA X MAS FUCILATO


LETTERA DI UN RAGAZZO DELLA X MAS FUCILATO

Ritengo sia giusto e doveroso qua leggere l’ultima lettera di FRANCO ASCHIERI
diciassettenne romano, nel settembre 1943 lascia gli studi per arruolarsi per X  Mas.
Paracadutista, viene assegnato ai Servizi Speciali operanti al di là delle linee nemiche.
Fatto prigioniero  e fucilato il 30 Aprile 1944 a S. Maria Capua Vetere, alla Mamma, a mò di tutte le mille lettere scritte dai nostri caduti, o di tutte quelle che, pensate, nell’ora del martirio molti camerati non hanno avuto il tempo di scrivere:

“Cara mamma, con l’animo pienamente sereno mi preparavo a lasciare questa vita che per me è stata così breve e nello stesso tempo così piena e densa di esperienze e sensazioni. In questi ultimi momenti l’unico dolore per me è costituito dal pensiero di coloro che lascio e delle cose che non ho potuto portare a compimento. Ti prego mamma, fai che il mio distacco da questa vita non sia accompagnato da lacrime, ma sia allietato dalla gioia serena di quegli animi eletti che sono consapevoli del significato di questo trapasso. Ieri  dopo che mi è stata comunicata la notizia, mi sono disteso sul letto ed ho provato una sensazione che avevo già conosciuta da bambino: ho sentito che il mio spirito si riempiva di forza e si estendeva fino a divenire immenso. Come se volesse liberarsi dai vincoli della carne per riconquistare la libertà.
Non ho alcun risentimento contro coloro che stanno per uccidermi perché so che non sono che degli strumenti scelti da Dio, che ha giudicato sufficientemente il ciclo spirituale da me trascorso in questa vita presente. Sappi mamma che non resti sola, perché io resterò vicino a te per sostenerti ed aiutarti finché non verrai a raggiungermi; perché sono certo che i nostri spiriti continueranno  il loro cammino di redenzione, dato  che il legame che ci univa su questa terra, più di quello  che esiste tra madre e figlio, è stato quello che unisce due spiriti affini e giunti allo stesso grado di evoluzione. Sono certo che accoglierai la notizia con coraggio e voglio che tu sappia che in momenti difficili io ti aiuterò  come tu hai aiutato me durante questa vita. In quest momento sono li da te e ti bacio per l’ultima volta, e con te papà e a tutti gli altri cari che lascio.
Cara mamma termino la lettera perché il tempo dei condannati a morte è contato fino al secondo.
Sono contento della morte che mi è destinata perché è una delle più belle, essendo legata ad un sacro ideale. Io cado ucciso in questa immensa battaglia per la salvezza dello spirito e della civiltà, ma so che altri continueranno la lotta per la vittoria e che la Giustizia non può che assegnare a noi. Viva il Fascismo. Viva l’Europa.
Tuo Francesco.
Tratto da “ lettre dei condannati a morte della R.S.I.


Per far si che la nostra bandiera , las bandiera par la quale tanti nostri Camerati  sono caduti,
continui a garrire sulla, nella nostra povera Italia è necessario stringere i denti, sacrificarci, sacrificare le nostre ambizioni unicamente, credere, combattere, e obbedire.


IL TRADITO POTRA’ ANCHE ESSERE INGENUO, MA IL TRADITORE RIMARRA’ SEMPRE UN INFAME!

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