lunedì 22 ottobre 2012

QUANDO L'ITALIA ERA UN ESEMPIO.

QUANDO L’ITALIA ERA UN ESEMPIO PER TUTTO IL MONDO “WHAT IS THE WRONG, WITH THE MODERN WORLD?” Un personaggio democratico inglese, Michael Shanks, economista di vasta esperienza internazionale, già direttore della Commissione europea degli affari sociali, nonché presidente del Consiglio dei Consumi, indica nel suo libro: “What is The Wrong, with the Moden World?” (“Cosa c’è di sbagliato nel mondo moderno?), lo Stato Corporativo di Mussolini come l’unico metodo per uscire dalla contrapposizione violenta delle parti sociali. Non c’è alternativa, ammonisce l’economista inglese: o lo Stato Corporativo o lo sfascio dello Stato. Non siamo lontani, in Italia, dalla realtà in quanto giunti alla svolta finale! Per iniziare citiamo un pensiero di Benito Mussolini: . O come attestato da un valido studioso britannico: (Gli aspetti Universali del Fascismo, di James S. Barnes).. Certamente, e questo è universalmente riconosciuto, salvo casi e casi: il nuovo tipo di Stato proposto dal Fascismo non può essere universale, perché non tutto quello che sorge e si confà ad una nazione, può adattarsi ad un’altra che vive in condizioni differenti, in epoche differenti. Ma tutti i più grandi Stati civili odierni hanno qualche cosa in comune e forse più di quanto generalmente si supponga. E allora vediamo come il mondo – specialmente quello del lavoro – ha reagito di fronte questo nuovo fenomeno. Ci avvarremo ampiamente dell’ottimo lavoro di Manuel Negri “I movimenti fascisti europei”, il quale nell’Introduzione, inizia: . Possiamo iniziare. IL FASCISMO TEDESCO. Lo storico Renzo De Felice attesta che fra il Fascismo italiano e il Nazionalsocialismo tedesco ci sono più differenze che affinità. Il Nazionalsocialismo, pur influenzato dalla creazione mussoliniana, rivendica una identità propria, postulati ideologici ben più radicali e differenti rispetto al Fascismo italiano, quale il problema della razza, sconosciuta nel pensiero di Mussolini, questo sino a quando, per problematiche indipendenti dalla sua volontà, non fu costretto all’alleanza con il Nazionalsocialismo tedesco. Il movimento hitleriano ha dunque una propria visione del mondo, una propria Weltanschauung; Alfred Rosenberg nella sua opera Der Mythus des XX Jahrunderts (Mito del XX Secolo) in cui sottolinea come fondamentale il concetto di razza e rileva l’opposizione tra religione nordica e religione cattolica. L’opposizione di Benito Mussolini a queste idee fu ben pesante, va ricordato il discorso del Duce in occasione della visita alla città di Bari nel pomeriggio del 6 settembre 1934. Dal balcone del palazzo del Governo, Mussolini, dopo aver esaltato la civiltà mediterranea, disse: . Possiamo fissare la data della nascita del fascismo tedesco nel 1919, quando Adolf Hitler fondò il Partito Socialista Nazionale dei Lavoratori (N.S.D.A.P.). Da un punto di vista storico, il N.S.D.A.P., il 9 novembre 1923 tentò un colpo di Stato, il famoso putsch di Monaco, volendo, probabilmente emulare la Marcia su Roma di Mussolini. Ha osservato M. Da Silva (Dopo Norimberga): . IL FASCISMO NEGLI STATI DELL’IMPERO AUSTROUNGARICO. In Austria, nel corso della storia della prima repubblica (1918-1938) sorsero e si svilupparono alcuni movimenti fascisti ispirati e probabilmente sostenuti e finanziati sia dall’Italia fascista che dalla Germania nazionalsocialista. Il fascismo austriaco, la Heimwehr, abbracciò l’idea dello Stato corporativo, elemento tipico del fascismo occidentale. Nacque pure e si sviluppò una sezione austriaca del N.S.D.A.P. hitleriano. Altri movimenti si rifacevano alla teoria dello Standestaat (Stato dei ceti e delle corporazioni) elaborata dall’esponente di spicco della cultura austriaca, il prof. Otham Spann dell’Università di Vienna, teoria divenuta obiettivo politico della Heimwehr, la cui posizione fu espressa chiaramente nel giuramento di Kornenburg che costituì la piattaforma ideologica e politica del movimento, adottata in una riunione il 18 maggio 1930: . Come si evince si tratta di posizioni sostanzialmente affini, se non addirittura identiche a quelle del Fascismo mussoliniano. La Heimwehr si fuse in molte zone con l’NSDAP; questa fusione non fu vista di buon occhio dal cancelliere Dollfuss e questi fu il protagonista principale degli iniziali dissidi tra Germania e Italia sul caso austriaco. Il cattolico Dollfuss, esponente del partito cristiano-sociale, divenuto cancelliere, si prodigò nel 1933 a mettere al bando il partito nazista austriaco, che considerava l’Austria e il suo popolo come parte inscindibile della stirpe e del Reich tedeschi. Una volta al potere, Dollfuss creò una organizzazione di massa, la Vaterlandische Front (Fronte Patriottico) e promulgò una costituzione basata sul corporativismo mussoliniano. Dollfuss (Niccolò Giani, Cronache del mondo fascista, l’Austria cammina), riporta quanto i politici austriaci hanno affermato: . Queste posizioni, contrarie a quelle nazionalsocialiste, furono la causa della fine di Dollfuss, il quale viene visto come un eroe, un martire, il cui sangue è stato versato in memoria di un’Austria che avrebbe dovuto resistere al giogo del luteranesimo prussiano. IN UNGHERIA. Un reale tentativo di imitazione del Fascismo venne effettuato da Gombos, che divenuto Primo Ministro, dall’ottobre 1932 all’ottobre 1936, tenterà di trasformare l’Ungheria in uno Stato fascista, ma l’ammiraglio Horty, trovando troppo estremista il suo ex luogotenente, finirà col disapprovarlo e chiamerà al governo il banchiere Imedy. Una forte componente popolare alimentò il più importante movimento fascista ungherese, fondato nel 1935 da un ex ufficiale, Ferenc Szalasi; le Croci Frecciate. Szalasi prese questo nome dalla sua insegna, la Croce di Santo Stefano colpita dalle frecce. Ma con il passare del tempo, le Croci Frecciate divennero sempre più un movimento dipendente da Berlino. IN ROMANIA. Un giovane studente, Corneliu Zelea Codreanu dette vita, insieme al suo maestro, il professor Alexander Cuza al Partito Nazionale Cristiano, con chiare ispirazioni al fascismo italiano. Il professore, non condividendo pienamente i sistemi di condotta dei Codreanu, si allontanò da quest’ultimo, ma questi, a sua volta diede vita ad un proprio movimento politico, la Legione dell’Arcangelo Michele, i cui componenti erano particolarmente religiosi. Queste caratteristiche, a dire del Nolte, fecero della Legione . La Legione, a partire dal 1930 deteneva un proprio braccio armato, La Guardia di Ferro, composta per lo più da studenti e contadini. Ma l’attenzione di Roma fu rivolta ad altri gruppi embrionali e numericamente esigui, i quali possono di più essere accostati al Fascismo. Questo farà scrivere a Giuseppe Salvatori (Il Fascismo in Romania): . Trattare delle vicende della Legione ci porterebbe troppo lontano; in questa sede è opportuno ricordare che dei suoi componenti, molti vennero uccisi e più di 6.000 arrestati. Il 16 marzo 1934 Codreanu , visto che il processo contro le Guardie di Ferro era prossimo al dibattimento, si costituì. In quella occasione egli disse: . Il processo della gioventù romena, così definito, è un trionfo dell’idea fascista (Carlo Antonio Ferrario, Gli avvenimenti Romeni). Scrive Manuel Negri, nel testo all’inizio citato: . La figura di Corneliu Zelea Codreanu verrà ricordata con rispetto e come esempio in un certo ambiente nel secondo dopoguerra. IN SLOVACCHIA. I militanti di Padre Hlinka, fondatore del Partito Popolare Slovacco (HSLS), in conseguenza dei danni causati dalla congiuntura economica del momento, guardavano a Mussolini come un modello da imitare. La vittoria di Hitler in Germania aveva incoraggiato ulteriormente i nazionalisti slovacchi, mentre il movimento, formato principalmente da contadini, subiva gradualmente l’influenza ideologica del fascismo prima e del nazionalsocialismo poi. (Joseph Kubinsky, La Slovacchia e il Patto Tripartito). IN BULGARIA. (L. Salvini, Il Fascismo in Bulgaria). Inizialmente queste correnti vennero originate da piccoli nuclei di benpensanti che tentarono di opporsi al dilagare del comunismo, ispirandosi politicamente al Fascismo. Il citato Difesa Nazionale (Rodna Saschtita) rimase, come detto fra i più importanti movimenti, soprattutto a partire dal 1928, quando nel congresso di Pleven, adottò ufficialmente i principi del Fascismo. Osserva D. Lisky (La nuova Bulgaria e la dottrina fascista): . IN SPAGNA. La storia politica spagnola è fra le più complesse e interessanti, sino a sfociare nella sanguinosa guerra civile del 1936-1939. Ha scritto S.J. Woolf (Il Fascismo in Europa): . Il generale Primo de Rivera era attratto dalle idee che partivano da Roma, dalle quali egli trasse il progetto di una riforma corporativa anche se, però ( E. Gimenez Caballero, Ripercussioni del Fascismo in Ispana). Non potendo elencare tutte le vicende – spessissimo sanguinose – della storia spagnola, proponiamo, per rimanere sempre nel tema, quanto ha scritto Filispano (Il momento politico spagnolo): <(…). I segni della stampa quotidiana e nella pubblicazione di libri sul fascismo o di traduzioni di libri italiani fascisti, si è recentemente concretato nella fondazione di un nuovo partito chiamato “Falange Espanola” (F.E.). Ne sono principali esponenti l’avvocato J.A. Primo de Rivera, figlio del generale (…). Il novissimo ardimentoso cavaliere di ventura pieno di impeto e di cuore che risponde al nome di Ernesto Gimenez Caballero, nome simpaticamente noto fra noi per le sue frequenti visite in Italia, dove ha avuto più volte occasione di abboccarsi col Duce, e noto anche per i suoi articoli in “Gerarchia” e in “Critica Fascista”, riboccanti di simpatia per il nostro Paese, per il fascismo e per Mussolini (…)>. Data la complessità della storia spagnola, è impossibile, anche se sarebbe necessario, addentrarci in questa sede, ma per rimanere nel tema tratteremo gli sviluppi essenziali. , scrive Manuel Negri . L’Autore si riferisce al discorso tenuto nella capitale spagnola il 29 ottobre 1933 da Josè Antonio, quando condannò il sistema democratico-liberale e quello socialista in quanto negatore della concezione spirituale della vita. Josè Antonio tracciò i contorni di una soluzione diversa, lontana dagli schemi usuali; pertanto né Destra, né Sinistra. Quindi il 13 febbraio 1934 le concezioni di Josè Antonio sfociarono nella fusione con il movimento di Ledesma Ramos, in precedenza già unitosi con quello di Ridondo. Il nuovo gruppo politico prese il nome di Falange Espanola de las Jons ed assunse il noto emblema del giogo con le cinque frecce a simboleggiare il lavoro e il potere. Si giunse così alle elezioni del 16 febbraio 1936, il preludio e la causa della guerra civile. (E. Carbone, Iosè Antonio e la Falange spagnola>. Da questa situazione iniziarono le azioni repressive nei confronti della Falange, assassinando e imprigionando centinaia dei suoi militanti. Il 14 marzo venne arrestato lo stesso Josè Antonio, il quale dopo aver subito un processo sommario avvenuto nel carcere di Alicante, fu fucilato il 20 novembre 1936. Tutto ciò produsse quel fenomeno di rivolta che conosciamo con il nome di “el Alzamiento Nacional”. La data della fucilazione di Josè Antonio, (F.Pilotto, Storia della Falange spagnola). E Fu Francisco Franco, sostenuto da Italia e Germania, a guidare le forze militari che attuarono il colpo di Stato del 1 ottobre, creando il presupposto per la guerra civile. (Storia della Falange spagnola). Sicché la Spagna che agli inizi del XVI Secolo era un grande potenza, tale da essere considerata il più grande impero della terra, con l’inizio del successivo secolo, entrò in fase di disagio finanziario e di ristagno economico. La corruzione, l’intrigo, il brigantaggio logoravano lo Stato. Una serie di sconfitte politiche e militari aggravavano sempre più la situazione e questa si protrasse sino all’inizio del XX Secolo che vide una ancor più grave crisi economica e sociale nel 1917. La confusione politica, gli scioperi, gli attentati, la repressione poliziesca e militare era la costante nella vita spagnola. La crisi economica del ’29 accrebbe il malcontento. La nascita della Seconda Repubblica (re Alfonso XIII aveva abbandonato la Spagna) si accompagnò a sanguinose manifestazioni di anticlericalismo popolare (maggio 1931): furono incendiati monasteri, uccisi preti, confische sommarie di terre, saccheggi, scioperi generali. L’assassinio del leader Calvo Sotello ad opera di ufficiali di polizia (13/7/1936) fu la scintilla che scatenò il pronunciamento. Possiamo fissare la fine della guerra civile spagnola con la presa da parte del generale falangista di Madrid il 5 marzo 1939. Con l’avvento di Francisco Franco al governo, la Spagna entrò in una fase di sviluppo sociale e industriale, tanto che, ad esempio il tasso d’aumento dal piano di sviluppo 1964-67 fu superato: nel 1965, il reddito nazionale aumentò dell’8,2%, il più alto in Europa. Oggi, agli inizi del XXI Secolo la Spagna, con il ritorno del sistema democratico parlamentare, è sprofondata di nuovo in una crisi economica tale da ricordare gli anni più bui della sua storia. E questo è sotto gli occhi di tutti. IN PORTOGALLO. La storia del Portogallo è, sotto moltissimi aspetti, simile a quella della Spagna. Quindi possiamo trasferirci direttamente al XX Secolo. Anche per questo Paese l’inizio di questo secolo fu costellato di violenze di ogni tipo, tanto che le risorse economiche del paese erano talmente debilitate che non si sapeva in quale maniera si potesse giungere a ristabilire un equilibrio almeno provvisorio. Questa fu la causa della (S.J. Woolf, Il Fascismo in Europa). . Ma fu Salazar a concepire un’organizzazione politica denominata Uniao Nacional. (G. Valentini, Il corporativismo in Portogallo). (I Movimenti Fascisti Europei, di Manuel Negri). La rivoluzione portoghese, partita dalle forze nazionali più vive, ha battuto quelle stesse tracce segnate dal fascismo nella lotta contro i nemici comuni: la democrazia e il bolscevismo. Poi, sotto la spinta della vittoria nel Secondo conflitto mondiale, le potenze capitaliste ripristinarono anche in Portogallo la democrazia parlamentare e anche la drammatica situazione economica di quel Paese è sotto gli occhi di tutti! IN FRANCIA. Certamente questo Paese non si trova attualmente nella disastrosa situazione economica in cui vivono Spagna e Portogallo, tuttavia, come ha scritto Manuel Negri: . Il primo vero gruppo fu fondato nel 1925 da George Valois, un dissidente dell’Action Française, quindi possiamo ricordare, sempre originato dall’Action Française, il Parti Fasciste Rivolutionnaire, movimento fortemente socialrivoluzionario. Maggior successo lo ottenne il Francisme, fondato da Marcel Bucare nel 1933, né vanno dimenticate la Croix de Feu e il Fascism Vert di Henri d’Hallouin, nel 1933. Fu il Francisme, più di altri a propagandare l’idea di un Fascismo internazionale. (Hans Werner Neulen, L’Eurofascismo e la seconda guerra mondiale). Infine, ma non ultimo, l’operazione condotta dal colonnello de la Nocque che integrò il movimento con gli affiliati dei Volontaires Nationaux. (S.J. Woolf, Il Fascismo in Europa). Nel frattempo all’orizzonte spunta un nuovo partito (N.N. Doriot, Il solco fascista). Tra le fila del Parti Popolaire Française si annoverano numerosi intellettuali, tra i quali ricordiamo le figure di Pierre Drieu La Rochelle (suicida il 15 marzo 1945), Robert Brasillach (fucilato a guerra finita per ordine di De Gaulle), Louis-Ferdinand Cèline, Alphonse De Chateaubriand, Abel Bonnard e Lucine Rebatet. Tutte queste organizzazioni subirono ampie trasformazioni a seguito della sconfitta francese ad opera dell’Asse e della susseguente occupazione. Da ciò venne creato il governo di Vichy, guidato dal maresciallo Henri Pétain. Scrive S.J. Woolf nell’opera citata: <(…). Agli inizi il governo di Vichy ebbe l’autentico consenso delle masse popolari, non solamente perché sembrava cosa sensata schierarsi con chi sembrava essere il vincitore, ma anche perché diffusi erano la delusione e il disgusto verso un regime, quello della terza Repubblica ritenuto responsabile della sconfitta (…).>. IN INGHILTERRA. Fare la storia del fenomeno Fascismo in Inghilterra è fare la storia di Sir Oswald Mosley, anche se di movimenti fascisti in Gran Bretagna se ne possono annoverare diversi, tra questi si può citare il British Fascists , creato in stretta sintonia con il modello italiano. La grave crisi economica che investì il mondo alla fine degli anni ’20, non risparmiò certo l’Inghilterra. Sir Oswald Mosley, proveniva dal Partito laburista che abbandonò, nel 1930. (M. Bardeche, I Fascismi sconosciuti). Dopo l’ottobre del 1931, il New Party cessò di esistere. Nel gennaio 1932 Mosley partì per l’Italia con l’intento di studiare il movimento fascista italiano. Al ritorno in Inghilterra (Manuel Negri, op. cit.). Lo stesso Mosley, scrivendo sulla rivista Gerarchia, sottolineò la fondamentale influenza italiana sul fascismo inglese. (Oswald Mosley, Il fascismo come fattore universale). Sempre nello stesso articolo, Mosley puntualizza: . Dalla metà degli anni ’30 al 1940 Mosley sottopose tutte le sue energie nell’intento di far trionfare una politica di pace che vedesse protagonista il fascismo. Nel maggio del 1940, poco prima che l’Italia entrasse in guerra, la British Union of Fascists fu sciolta e sir Mosley arrestato. Dopo tre anni di prigionia fu liberato a novembre 1943. NEGLI ALTRI PAESI RUROPEI. Svizzera: il Nazionale Front dello studente Vonwyl (1930). Belgio: Naco-national corporatismo di Charles Sauville. Il movimento fascista vallone fu fondato da un giovane di nome Léon Degrelle. Olanda: l’ingegnere Adrian Anton Mussert fondò, nel 1931 il National-Socialistiche-Beveging (NSB) che aveva come modello il Partito Nazionale Fascista. Lituania: il Lituvos Aidas è il giornale più diffuso nel paese e le sue tendenze di ammirazione per il movimento fascista italiano è ampiamente dimostrato. In Svezia, in Danimarca, e in Norvegia, dove Vidkun Quisling è il personaggio più noto dei fascisti nordici, tuttavia l’idea fascista ha guadagnato terreno soprattutto attraverso l’influenza hitleriana (Vidkun Quisling, a guerra finita, a ottobre 1945, per le sue idee politiche fu fucilato). Polonia: Un movimento ideologicamente vicino al fascismo fu il Partito Nazionale, fondato da Roman Dmowski. Finlandia: l’AKS (Akateeminen Karjala-Seura fu un movimento che prendeva a modello di rigenerazione nazionale l’Italia di Mussolini. Prima del Secondo conflitto mondiale, l’idea fascista era in netta espansione, non solo in Europa, ma nel mondo. L’elenco sarà completato in appendice in un nostro volume di imminente pubblicazione. GIUNTO A QUESTA FASE IL SUPERCAPITALISMO TRAE LA SUA ASPIRAZIONE E LA SUA GIUSTIFICAZIONE DA QUESTA UTOPIA: L’UTOPIA DEI CONSUMI ILLIMITATI. L’IDEALE DEL SUPERCAPITALISMO SAREBBE LA STANDARDIZZAZIONE DEL GENERE UMANO DALLA CULLA ALLA BARA. IL SUPERCAPITALISMO VORREBBE CHE TUTTI GLI UOMINI NASCESSERO DELLA STESSA LUNGHEZZA, IN MODO CHE SI POTESSE FARE DELLE CULLE STANDARDIZZATE; VORREBBE CHE I BAMBINI DESIDERASSERO GLI STESSI GIOCATTOLI, CHE GLI UOMINI ANDASSERO VESTITI DELLA STESSA DIVISA, CHE LEGGESSERO TUTTI LO STESSO LIBRO, CHE FOSSERO TUTTI DEGLI STESSI GUSTI AL CINEMATOGRAFO, CHE TUTTI INFINE DESIDERASSERO UNA COSIDDETTA MACCHINA UTILITARIA. QUESTO NON E’ UN CAPRICCIO, MA E’ NELLA LOGICA DELLE COSE, PERCHE’ SOLO IN QUESTO MODO IL SUPERCAPITALISMO PUO’ FARE I SUOI PIANI. Benito Mussolini. Il Popolo d’Italia – 15 novembre 1933 QUIRINO 1

domenica 21 ottobre 2012

FINANZA E POLITICA

QUANDO LA FINANZA GUIDA LA POLITICA In uno dei nostri precedenti articoli abbiamo accennato alla dura sentenza di George N. Crocker riguardo la persona del Presidente Franklin Delano Roosevelt. In base a considerazioni oggettive, da recenti documenti e grazie al lavoro di validi studiosi, risulta che Roosevelt non solo sapeva dell’attacco nipponico su Pearl Harbor, ma addirittura lo aveva accuratamente preparato. Dalla fine del ’29 (anno della grande crisi economica) alla fine degli anni ’30 assistiamo ad un fiorire di nuove idee che partivano dalla vecchia Europa (della quale l’Italia fascista era alla guida), idee che mettevano in discussione l’assetto finanziario e politico mondiale, i cui vertici risiedevano a Londra e a New York. Ma il Presidente statunitense aveva un ostacolo da superare: il suo popolo era decisamente contrario ad esser coinvolto in una nuova guerra. Quando gli americani concessero per la terza volta la presidenza a Roosevelt, erano convinti che questi avrebbe difeso la neutralità, la pace e l’impegno assunto di non farsi coinvolgere in nuove avventure. Roosevelt sapeva benissimo che la promessa chiestagli dal Paese doveva essere garantita in modo chiaro: il non mantenerla gli sarebbe costata la sconfitta e la non rielezione. Perciò questo impegno fu enunciato in modo solenne; pochi giorni prima delle consultazioni elettorali, nell’arena di Boston Roosevelt assicurò: . Vediamo con quale astuzia e, dobbiamo darne atto, con quale capacità Roosevelt riuscì “a ingannare, prendere in giro, beffare” il popolo americano. Ottobre 1939 (la guerra in Europa era già esplosa): il Presidente americano, agendo con scaltrezza, riuscì a far passare la legge “cash and carry” che autorizzava la vendita di armi e munizioni a tutte le nazioni disposte a pagarle in contanti, purché ne assicurassero il trasporto a proprio carico. Ciò favoriva le due grandi potenze navali che si affacciavano sull’Atlantico: Gran Bretagna e Francia. Ma questa disposizione faceva seguito ad un atto che vide la luce nel settembre del 1939, quando . (“Storia degli Stati Uniti” di Schlesinger). Era un atto senza precedenti nel diritto internazionale: un atto che mirava ad avvicinare i convogli Usa alla Gran Bretagna di mille miglia in “zona di sicurezza”. Questo fu tanto apprezzato da Winston Churchill che nella sua “Storia della Seconda Guerra Mondiale” scrive: . Anche se solo formalmente, gli Usa erano ancora neutrali; ma quelle messe in opera dal presidente americano erano vere e proprie provocazioni, non ancora raccolte dai governi di Roma e Berlino. La politica rooseveltiana di pressione sulle potenze del Tripartito continuava, ma sempre in modo da lasciare negli americani la convinzione che il loro presidente mai li avrebbe trascinati in una nuova avventura bellica. Nel novembre 1940 Roosevelt decise che l’Inghilterra doveva essere : quindi a quel Paese sarebbe stata assegnata metà della produzione bellica statunitense. Un nuovo provvedimento, che è un ulteriore passo verso la guerra, è riportato dal “Dizionario Mondatori di Storia Universale”: . Luglio 1941: la neutralità? Truppe americane sbarcarono in Islanda e vi stabilirono basi militari. Nell’iter di Roosevelt verso la guerra una nuova tappa fu la chiusura dei Consolati tedeschi e italiani negli Stati Uniti, mentre quelli in Germania e in Italia continuavano a svolgere regolarmente le loro funzioni. A questa disposizione fece seguito l’ordine di sequestrare tutte le navi tedesche e italiane ancorate nei porti statunitensi, con conseguente internamento degli equipaggi. Gli Stati Uniti erano ancora un “Paese neutrale”. Nel 1942 Clara Boothe Luce (poi ambasciatrice americana in Italia) dirà a Fish (congressman repubblicano e convinto non-interventista) che . Le parole di Clara Boothe Luce trovano conferma nei fatti. A metà agosto il Governo giapponese era retto dal principe Konoye, un moderato che ripetutamente proponeva un incontro personale con il presidente americano per raggiungere un accordo pacifico. E’ bene ricordare che già nell’aprile 1940 Roosevelt era riuscito ad imporre l’embargo del petrolio, tanto che la produzione industriale giapponese aveva subito una riduzione che stava portando la popolazione alla fame. La marcia delle “forze del bene” verso il conflitto era inarrestabile. Il Canale di Panama fu interdetto al transito del naviglio nipponico e negati i rifornimenti. Un’ordinanza presidenziale del 26 luglio 1941 prescrisse l’immediato congelamento di tutti i beni giapponesi e l’aggravamento dell’embargo, proibendo, di fatto, il commercio esistente fra gli Stati Uniti e il Giappone. Da “Lo stalinista Roosevelt”: . Gli Stati Uniti erano il principale importatore di seta grezza e il Giappone il più grande produttore ed esportatore. Da il “New York Time” del 2 agosto 1941: . Durante questa serie di ostilità i giapponesi oscillarono dapprima fra il desiderio di pace e l’ira, fra l’educatissima condiscendenza e la rabbia. Questo popolo alacre guardava oltre i Mari del Sud, oltre il Mar del Giappone, là dove stavano le risorse naturali di cui aveva bisogno: e non erano mire di grandezza, quelle che esso nutriva, quanto legittime necessità di sopravvivenza. L’ambasciatore americano a Tokio, Joseph C. Grew, fece sinceri tentativi per organizzare un incontro tra il principe Konoye e il presidente Roosevelt, ma questi . L’arroganza di Roosevelt giunse al punto di far sapere (Gorge N. Crocker) . Continua Crocker: . 8 agosto 1941: mancano tre mesi all’attacco dei giapponesi a Pearl Harbor, quando Churchill e Roosevelt stabiliscono un incontro segreto a Terranova. E’ molto probabile che in quella occasione venne fissato il momento dell’entrata in guerra degli Stati Uniti. Al termine dell’incontro Churchill rilasciò al “New York Time” un’intervista nella quale, fra l’altro, disse: . Superfluo indicare da quale parte stessero il “bene” e il “male”. Come è superfluo chiedersi se Churchill si rendesse conto che con quegli accordi liquidava l’Impero britannico, per trasferirlo oltre Atlantico. Ancora più enfaticamente il premier inglese si rivolse ai marinai della corazzata “Prince of Walles” che lo riportava in Patria: . Un ulteriore passo verso la guerra fu l’ordine di Roosevelt di congelare tutti i beni giapponesi negli Stati Uniti. Inghilterra e Olanda si allinearono all’azione statunitense. L’attacco giapponese contro Pearl Harbor avvenne alle ore 8 di domenica 7 dicembre 1941, e la notizia fu data per radio il pomeriggio di quello stesso giorno. Questa suscitò dapprima incredulità, che si trasformò poi in furore e in quella di vendicarsi: proprio come era nei progetti del presidente americano. Così, sia il popolo americano che quello giapponese erano caduti nella trappola preparata dal presidente e dal suo “staff”. E’ superfluo qui rammentare i fatti che documentano come Roosevelt fosse a conoscenza dell’attacco giapponese. Ma quanto abbiamo esposto può servire a stabilire qualche affinità fra quanto avvenne nel lontano dicembre 1941 e quanto avvenuto l’11 settembre 2001. La crisi economica che negli Stati Uniti durava dal 1929 fu superata con l’entrata in guerra nel 1941. Nei giornali di questi giorni leggiamo: <4 mila ebrei americani e israeliani che lavoravano negli uffici del World Trade Center non si sono presentati al lavoro il giorno dell’attentato perché “avvertiti in anticipo degli attacchi dal Servizio segreto israeliano Mossad”>. Se la notizia trovasse conferma sarebbe esplosiva. Alcuni Paesi del Medio Oriente, ricchi di petrolio, ancora riottosi al volere di Wall Street, dovranno ora vedersela con il “furore e l’ implacabile determinazione alla vendetta” del popolo americano. E guerra fu…! E di tutto quel che segue, di cui godiamo le conseguenze! 1) Hideki Toyo e altri 900 esponenti del Giappone furono impiccati tra il 1946 e il 1948 dagli americani quali “criminali di guerra”. Classico esempio di civiltà degli angeli del bene. L’AMICO B.B. MI HA INVIATO LA SEGUENTE MAIL CON PREGHIERA DI DIVULGARLA. NON VEDO IL MOTIVO PER NON ACCOGLIERE LA SUA RICHIESTA. IN QUESTI GIORNI NON SI FA ALTRO CHE PARLARE DELLE SOZZERIE DEI NOSTRI PARLAMENTARI... QUI DI SEGUITO UN'ALTRA BELLA NOTIZIA!!! Scandaloso e vergognoso è "veramente dire poco !!! La scelta della data del 13 aprile, per il voto in alternativa a quella del 6 aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 di aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non avrebbero maturato la pensione. Votando invece come stabilito dal Consiglio dei ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione. "E poi parlano di voler fare l'election day per ridurre i costi della politica! Ben altri saranno i costi di queste pensioni, non solo in termini quantitativi, ma anche per il messaggio dato al paese, perchè questo è il tipico esempio di come fatta la legge viene subito trovato l'inganno". MORALE DELLA FAVOLA 300.000.000 (se avete letto bene: TRECENTOMILIONI, chiaramente di Euro) DI COSTI PER QUESTA GENTACCIA CHE DOPO POCHISSIMI MESI SENZA FAR NULLA HANNO GIA' LA PENSIONE CHE E' DI PLATINO (ALLA FACCIA DEI PENSIONATI CHE DOPO UNA VITA DI LAVORO PER MANGIARE RACCATTA LA VERDURA RIMASTA A TERRA NEI MERCATI). I TELEGIORNALI CORROTTI E PREZZOLATI NON LO DICONO, I GIORNALI NEMMENO, SOLO INTERNET PERMETTE DI CONOSCERE QUESTA SCHIFEZZA QUIRINO 1

lunedì 15 ottobre 2012

LA BOVINA TRAGEDIA.

Alfin giugnemmo, per ritorta via, ove l’oscura insegna si dispiega della bolgia c’ha nom “Democrazìa”. Lo buon Maestro disse: “Spera e priega, qui ronfa e russa il popolo sovrano con sinistro fragor di motosega. Sta sulla porta Giò Napolitano, la cui loquela induce al viaggiatore un sì profondo sonno da divano che nol risveglian più dal suo torpore nemmanco la divina potestate, la somma sapïenza e ‘l primo amore. La giù tra l’ombre triste smozzicate s’ode la mesta nenia del vegliardo. Qui si parrà la tua nobilitate!”. Io scorsi in quel budello, al primo sguardo, un omicciuol da’tratti famigliari, ch’in bolsi motti, di cui avea un migliardo, cianciava di dilemmi monetari. Vaghe stelle de l’Orsa, non credea ch’alle minchiate umane foste impàri! Farneticava di patria europea, di bund, di spread, di bot e altra trastulla, quale il villano che del vin si bea. E nella notte, nera come il nulla, risuona la barbosa tiritera che il volgo rintronato addorme e culla. Ancor m’assonna ricordar qual era la solfa sul Welfàre che tutto infesta salmodiata con blàtera straniera. Già m’assopiva, come al dì di festa, quando il mio duca, preso un grosso maglio, ruppemi l’alto sonno nella testa. E andamm’oltre, laddove s’ode il raglio d’orde di teleutenti assomarate dal bercio dei Santori e dei Travaglio; e i diavoli, prendendoli a pedate, li fan volar per l’aere senza stelle quali colombe dal disìo chiamate. Ma quei, lividi e pesti sulla pelle del deretano, plaudono alla suola, esultano al norcin che li macelle. E un asino dotato di parola ragliava scipitezze in voce trista, sì che pareva un preside di scuola. “Caduto è alfin il giogo del fascista! Destati Italia, gongola e sii lieta! Or c’è al governo un grande economista!”. Mi mosse il suo delirio a tanta pièta che lo storpiai di calci ne’ coglioni con la licenza del dolce poeta. Tale è la teologia di que’montoni, la cui “Democrazìa”, c’han sempre in bocca, rinuncia volontieri all’elezioni. Additommi il Maestro un’alta rocca merlata, che maligna nel colore muta s’ergea sovra la mandria sciocca. Stavvi in cima l’eurocrate pastore, e reca al suo bestiame le nerbate ch’al cor gentil rempaira sempre amore. Lì ci appressammo, con larghe falcate, onde mirar da presso l’abituro da cui le genti vengon tartassate. V’era d’intorno un fosso fondo e scuro, pien di marmaglia dal color marrone, per ch’io: “Maestro, il fetor lor m’è duro”. “Qui vedi gli empi autor del ribaltone”, disse lo duca, “i sommi traditori, mutati in sterco assieme a Berluscone. Putono in questa pozza i suoi rettori, i ministri, i lacchè, il portaborsame, le donne, i cavalier, l’arme, gli amori”. Ahi serva Italia, putrido reame! Non donna di province, non bordello, ma biologica fossa di letame! Langueva in quel fossato di castello l’intiera alta genìa parlamentare, destra, sinistra, centro, questo e quello. Io chiesi: “Chi è la fetida comare che sì piangente come donzelletta tanto gentile e tanto onesta pare?” Rispuose ‘l duca a me: “Quella è Brunetta, che perse il posto; ma il suo piagnisteo è nulla a petto a quel di Gianni Letta. Il quale adesso ha fama di babbeo, d’uom che sì saggio era stimato prima, ché a suo danno del golpe fu correo”. “O anime fetenti”, io chiesi in rima, “dite qual colpa, pria che ‘l senno io perda, in forma d’escrementi vi concima?” Rispuosero: “Noi siamo la malerba che vi asservì all’atlantica baldracca. Uomini fummo ed or siam fatti merda”. Ed un di lor, col lembo della giacca, s’asciugava dal naso i goccioloni. Piangeva, e le sue lagrime eran cacca. Io riconobbi in lui Bobo Maroni rettor del dicastero di giustizia che i popoli padani fé terroni; riscatto prometteva e diè tristizia d’Umberto la codarda celta prole, prostrandosi all’allogena milizia. Olea il suo pianto non proprio di viole, così volgemmo il guardo alla nimica rocca, sovra la qual mai approda il sole. Ci arrampicammo dunque, a gran fatica, verso l’uom che l’afflitto regno regge d’in su la vetta della torre antica. O Musa, or l’intelletto mi sorregge vacillante, acciocch’io qui racconti quel ch’agghiacciare può ciascun che legge! E perché i miei lettori sieno pronti all’orror che tremando metto in metro dirò che in cima io vidi Mario Monti. Io m’attendeva invero un antro tetro, di stalattiti ticchettanti gocce, e rospi e pipistrelli sottovetro; ma s’io avessi le rime aspre e chiocce discriver non potrei quell’uom dimesso qual pensionato al circolo di bocce. Ei sorrideva d’un sorriso fesso, d’un ghigno lento, come alla moviola, qual è in banca il brio finto del commesso ch’ognor rifila obbligazioni-sòla; e pure, i correntisti son felici di lasciar vino e prender Coca-Cola. Ei prometteva cruenti sacrifici quale un sovrano azteco o un lucumone, ed i sacrificandi eran suoi amici e ripeteano in coro: “Bè, ha ragione”. S’io potessi ritrar come assonnaro li occhi della miserrima legione di moralisti, cui sognar fu caro, dianzi al caudillo di cui ho detto sovra, voi vedreste, oltr’al pupo, anche il puparo, l’empio poter che i popoli manovra. Io lo vidi, in quel Duce per procura: era il Zucconi ch’esce come piovra a rimbambir gl’intenti alla lettura, era l’Amaca squallida di Serra su cui sonnecchia e langue la cultura, era l’editoriale terra terra di Feltri, fermo all’era di Togliatti, era di Gad Lernèr l’urlo di guerra ch’i teleutenti rende mentecatti; era il tabloid con Raf nel paginone e all’interno un’analisi sui fatti di Libia, con annessa l’opinione di Maria De Filippi immacolata; tutto il pattume dell’informazione ch’allo stranier la strada ha già spianata; e tutt’intorno un brulicar di vermi che sanità di mente han divorata, un demente brillìo di maxischermi da cui scorrono cruente le parole: “Vexilla regis prodeunt infermi”. E acclamano gl’infermi a mille gole il rege finanziario che s’insedia, acquetati da penne tristanzuole che da “sviluppo” pingono l’inedia. Così trascorre il loro più bel giorno. Poi il triste vespro chiude la Commedia. QUIRINO 1

martedì 9 ottobre 2012

NON PER SOLDI...MA PER DENARO.

" I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori.."
(Marco Porcio Catone) LA POLITICA? IL “MESTIERE” PIÙ ANTICO DEL MONDO… “Cosa vorresti fare da grande?” Chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha avuto posta questa domanda? In altri tempi, le risposte più comuni erano anche le più banali: “il medico!”, rispondevano i più filantropi; “il prete!”, i più introversi; “il poliziotto!”, i più audaci; finanche “lo spazzino!”, i più estroversi… Oggi, per le nuove generazioni cresciute a “pane e televisione”, le aspirazioni più ambite sono piuttosto cambiate: i figli -dalla vita bassa (e mutande alte!)- del “consumismo sfrenato” e della globalizzazione selvaggia, perso ogni briciolo di genuinità, sognano di fare “il calciatore”, illusi dalle prospettive di facili guadagni; di diventare “veline”, abbagliati dai lustrini e paillettes del palcoscenico; di divenire “cantanti”, attratti dalla prospettive di bucare lo schermo inseguendo la scorciatoia d’un reality… Perché questa premessa “sociologica” parlando di un tema brutalmente politico: il costo dei parlamentari? Perché, ritornando alle aspirazioni dei giovani del domani, c’è da scommettere che presto la professione più ambita diverrà quella politica! Quale altra attività “rende molto” in termini di guadagni e visibilità e “richiede poco” in termini di capacità e competenza??? Un tempo l’immagine poco “in” del politico - generalmente visto come un personaggio grigio, noioso, riservato…- costituiva una naturale barriera tra i giovani e la politica. Ma come non cambiare idea ripensando alle serate “allegre” dei nostri Presidenti del Consiglio, ai divertimenti “sfrenati” dei nostri consiglieri regionali o ai festini “dissoluti” cui non di rado incappano i nostri politici?! “Non Per Soldi… Ma Per Denaro” era il titolo d’un celebre film del 1966. Quale altro slogan descriverebbe meglio le motivazioni, gli stimoli, le ambizioni che spingono oggi i vari “Fiorito d’Italia” ad avvicinarsi alla politica?! Unica differenza? La pellicola americana era una commedia, mentre la trama che la politica italiana ha scritto negli anni appare una “tragicommedia dell’assurdo”: una storia -scritta a più mani e senza “happy end!”- caricata da ripetuti flashback (il ritorno sulla scena di personaggi che si credevano d’un pezzo finiti…), travagliata da infiniti scandali (viaggi pagati, case affittate o appartamenti comprati “a propria insaputa”!) e alleggerita dalla frivolezza di esotici “Bunga Bunga” o stravaganti favole che narrano di nipoti egiziane! IL PARADOSSO ITALIANO? STIPENDI “PIÙ BASSI” D’EUROPA E PARLAMENTARI “PIÙ PAGATI” DEL MONDO! Quanto (ci) costano gli stipendi dei parlamentari? La domanda pare alquanto retorica: “troppo!”, risponderebbe qualsiasi uomo della strada… Ma, analizzando i costi della politica, il passaggio da una retorica un po’ qualunquista a una motivata “indignazione” si fa immediato! Confrontando i guadagni dei nostri parlamentari con lo stipendio medio degli italiani, il risultato che ne viene fuori è “impressionante” (fonte L’Espresso, 05/03/2012): in nessun Paese europeo la distanza tra onorevoli e cittadini è così ampia! Quanto ampia? • In Spagna un parlamentare guadagna mediamente 2,1 volte di più di un comune cittadino; • in Belgio e Olanda 2,7 volte di più; • in Francia 4,8 volte di più; • in Germania 3,4 volte di più. E in Italia? Nel nostro Paese, evidentemente il “Regno di Bengodi” per la politica, un parlamentare guadagna fino a “6,8 volte di più” rispetto a un elettore (lo stipendio di quest’ultimo, difatti, si attesta in media sui 19.250 euro l’anno, secondo le dichiarazioni dei redditi 2011; sui 23.000 euro, secondo il Rapporto Eurostat 2012). In buona sostanza, il guadagno “mensile” di un parlamentare è pari allo stipendio “annuale” di un suo elettore medio! Come non chiamare “Casta” una politica siffatta?! E non finisce qui! Secondo un’inchiesta di Openpolis, i nostri deputati sono pagati “509 euro” l’ora (lavorando, in media, solo 1 giorno su 6 a settimana, ossia 80 giorni l’anno), mentre i senatori “863 euro” l’ora (dedicando solo 50 giorni l’anno ai lavori parlamentari). Un parlamentare, in un’ora di lavoro, guadagna quanto la maggior parte del suo elettorato percepisce in un intero mese! E’ come se gli eletti lavorassero quanto un lavoratore stagionale, ricevendo però una paga -e che paga!- per tutto l’anno! Cosa mantengono di “onorevole” i nostri parlamentari se non il titolo??? COME TOLLERARE CHE L’ITALIA SI COLLOCHI ALL’ULTIMO POSTO IN EUROPA PER LE RETRIBUZIONI DEI LAVORATORI ED AL PRIMO PER I COMPENSI DEI POLITICI?! LO SCANDALO ITALIANO? DA NOI I PARLAMENTARI PIÙ “CARI” D’EUROPA! La media Ue delle indennità dei membri delle Camere Basse si attesta sui 54.000 euro lordi annui (4.500 euro mensili). L’indennità di un deputato italiano, invece, pur al netto dei tagli degli ultimi anni e senza considerare diarie, rimborsi e benefit vari, ammonta a “10.435 euro” lordi al mese (“125.220 euro” l’anno!). Com’è possibile che un parlamentare italiano guadagni “più del doppio” della media europea? Solo nel 2011, la spesa per gli stipendi e i benefit dei nostri onorevoli è ammontata a 245.165.000 euro (con un aumento del 9,10% rispetto al 2001, pari a 20,5 milioni di euro in più). Fin quando potremmo permetterci “il lusso” di una classe politica così onerosa?! Qualche utile confronto può evidenziare meglio d’ogni altro commento le sproporzioni del “caso Italia” (fonte Linkiesta.it): • negli Usa un deputato percepisce un’indennità annua di 115.000 euro lordi; • in Canada 107.000 euro; • in Irlanda al massimo 102.000 euro; • in Australia 93.000 euro; • in Olanda 91.000 euro; • in Germania 85.000 euro; • in Francia 84.000 euro; • in Norvegia 79.000 euro; • in Nuova Zelanda 71.000 euro; • in Gran Bretagna 70.000 euro; • in Svezia 70.000 euro; • in Spagna addirittura “37.000” euro (lordi ed annui, s’intende!). Un deputato italiano svolge le stesse funzioni di un collega iberico e vive in un Paese non molto dissimile dalla Spagna. Perché mai dovrebbe costare alla collettività “più del triplo”?! Ma quanto guadagna, esattamente, un parlamentare italiano? I nostri deputati e senatori, al netto di ogni ostentato taglio (?), beneficiano di: 1) una “INDENNITÀ DI FUNZIONE” (prevista dall’articolo 69 della Costituzione e regolata dalla legge n.1261 del 1965), pari alla Camera a 10.435 euro lordi al mese (circa 5.000 euro netti) ed al Senato a 10.385 euro lordi (5.300 euro netti); 2) una “INDENNITÀ DI CARICA” per ogni ulteriore incarico assunto (ad esempio, la presidenza -o vicepresidenza- di un gruppo politico o di una commissione); 3) una “DIARIA” (disciplinata sempre dalla legge n.1261 del 1965), ossia un rimborso forfettario delle spese di soggiorno a Roma (in realtà, spettante anche ai residenti nella Capitale!), pari, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, a 3.503 euro “netti” al mese; 4) un “RIMBORSO (forfettario) DELLE SPESE PER L’ESERCIZIO DEL MANDATO”, con cui si dovrebbero pagare i portaborse (peccato che solo un onorevole su tre se ne avvale e, per di più, spesso questi sono pagati male e in nero!), pari per i deputati a 3.690 euro “netti” mensili, per i senatori a 2.090 euro; 5) un “RIMBORSO (trimestrale) DELLE SPESE DI TRASPORTO E VIAGGIO”, pari alla Camera (a seconda che la distanza tra il luogo di residenza del deputato e l’aeroporto più vicino per raggiungere la Capitale superi i 100 Km) da 3.323 a 3.995 euro netti, ossia da 1.107 fino a 1.331 euro al mese; al Senato tale voce è stata sostituita dal “RIMBORSO (forfettario) DELLE SPESE GENERALI”, pari a 1.650 euro netti al mese; 6) un “RIMBORSO (annuale) DELLE SPESE TELEFONICHE”, pari a Montecitorio a 3.098 euro l’anno, ossia 258 euro “netti” al mese; al Senato tale voce rientra nel “rimborso delle spese generali”; 7) una “ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA (obbligatoria)”, che, sia alla Camera che al Senato, garantisce tariffe agevolate e rimborsi per le prestazioni sanitarie dei parlamentari e dei loro familiari (conviventi more uxorio compresi!); al Senato è anche presente un ambulatorio con pronto soccorso h24, con un medico e quattro infermieri sempre disponibili, che (ci) costa “700.000 euro” l’anno; alla Camera il costo dell’assistenza sanitaria integrativa, solo nel 2011, è ammontato a “10 milioni” di euro (di cui 3 milioni solo per spese odontoiatriche ed altrettanti per interventi in cliniche private!); 8) “TESSERE SPECIALI PER VIAGGIARE GRATUITAMENTE” su strade, ferrovie, navi ed aerei per tutto il territorio nazionale (di queste beneficiano non solo i parlamentari in carica ma anche chiunque sia stato eletto almeno una volta alla Camera e per dieci anni dal termine del mandato!); 9) ulteriori “PRIVILEGI” (ad esempio, gli ex presidenti delle Camere godono di segreterie personali, auto blu e uffici riservati in Parlamento: fino al 2011 ne usufruivano “a vita”, dal 2012 “solo” per i dieci anni successivi la cessazione del mandato); 10) un “ASSEGNO DI FINE MANDATO” (o di solidarietà), ovverosia una sorta di “Tfr parlamentare”, pari, sia per i deputati che per i senatori, all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi); alla Camera, l’assegno ammonta a 46.814 euro dopo un solo mandato e fino a 140.443 euro dopo tre legislature; 11) e un “VITALIZIO PARLAMENTARE”: se è vero che questa voce è stata recentemente abolita e sostituita da una comune pensione contributiva (almeno per tutti coloro eletti dopo il 1° gennaio 2012), è altrettanto vero che ne continueranno a beneficiare gli ex membri del Parlamento e tutti i parlamentari attualmente in carica! Facendo le dovute somme -e non considerando eventuali indennità di carica, assegni di fine mandato, vitalizi e benefit non monetizzabili-, un semplice parlamentare può arrivare a intascare mensilmente “19.217 euro” alla Camera e “17.628 euro” al Senato! E’ facile dimostrare, allora, che i parlamentari italiani non solo percepiscono gli stipendi e i vitalizi più alti ma beneficiano anche di tutta una serie di privilegi “unici” rispetti ai propri colleghi europei! Qualche esempio (fonti: “Rapporto Giovannini”; studio riservato del Servizio per le competenze parlamentari della Camera)? • In Francia i membri dell’Assemblée nationale (577) percepiscono un’indennità di 7.100 euro lordi al mese, non beneficiano di alcuna diaria (al massimo di residence a tariffa agevolata o di prestiti di 76.000 euro al 2% per comprarsi un appartamento) e non hanno alcun assegno di fine mandato (solo un sussidio di reinserimento, di cui si beneficia se disoccupati e per tre anni al massimo); • in Germania i membri del Bundestag (620) intascano un’indennità di 7.668 euro lordi mensili, beneficiano di un contributo per le spese di segreteria e rappresentanza di 1.000 euro (importo massimo) e non hanno nessun assegno di fine mandato (solo un’indennità provvisoria, di cui usufruiscono per 18 mesi); • in Gran Bretagna i membri della House of Commons (650) incassano un’indennità di 6.350 euro lordi al mese, come diaria possono richiedere un rimborso massimo mensile di 1.922 euro e non hanno alcun assegno di fine mandato (al termine della legislatura, possono solo chiedere un rimborso di 47.000 euro per spese connesse all’esercizio delle loro funzioni); • in Olanda i deputati guadagnano 8.500 euro d’indennità lorda al mese, beneficiano di una diaria di 1.600 euro (importo massimo) e di un contributo per le spese di segreteria e rappresentanza di 203 euro; • in Austria riscuotono 8.100 euro d’indennità mensile, non godono di alcuna diaria e beneficiano di un contributo per le spese di segreteria e rappresentanza di 480 euro; • in Belgio intascano 7.300 euro lordi al mese, non godono di alcuna diaria e percepiscono un contributo per le spese di segreteria e rappresentanza di 1.800 euro; • in Grecia percepiscono un’indennità di 5.700 euro lordi mensili; • in Portogallo ricevono un’indennità di 3.400 euro lordi al mese; • in Spagna guadagnano soli 2.800 euro d’indennità lorda mensile e ricevono una diaria di 1.800 euro (soli 870 euro se residenti a Madrid); • a Strasburgo, dal 2009, tutti i membri del Parlamento europeo (736) percepiscono uno stipendio base di 7.655 euro lordi al mese. Un’indagine de Il sole 24 ore ha svelato i nomi dei politici che ci sono costati di più negli ultimi anni. Eccone alcuni: • Beppe Pisanu (Pdl), in 40 anni di onorata carriera parlamentare (come onorevole o senatore), ha guadagnato oltre “5,5 milioni” di euro; • Giorgio La Malfa (gruppo Misto), in altrettanti anni, 5,4 milioni; • Mario Tassone (Udc), in 36 anni, 4,9 milioni; • Francesco Colucci (Pdl), in 35 anni, 4,8 milioni; • Filippo Berselli (Pdl), Altero Matteoli (Pdl), Pier Ferdinando Casini (Udc) e Gianfranco Fini (Fli), in 31 anni, hanno incassato rispettivamente 4,2 milioni di euro; • Carlo Vizzini (gruppo Misto), Domenico Nania (Pdl), Francesco Pontone (Pdl), Anna Finocchiaro (Pd), Livia Turco (Pd), Teresio Delfino (Udc) e Luigi Grillo (Pdl), in 27 anni, hanno ricevuto 3,6 milioni di euro a testa; • Giuseppe Calderisi (Pdl) e Calogero Mannino (Udc), in 26 anni, hanno accumulato 3,5 milioni di euro l’uno; • mentre Massimo D’Alema (Pd), in “soli” 25 anni, 3,4 milioni di euro. Le fortune politiche di appena 18 tra i più noti politici italiani ci sono costate, in conclusione, “77,8 milioni” di euro! Quante vite dovrebbe vivere un operaio o un impiegato per ambire a simili guadagni?! Solo i cinque senatori a vita che oggi siedono in Parlamento (“di diritto”, come Ciampi in qualità di ex Presidente della Repubblica; o “di nomina presidenziale”, come Mario Monti) ci costano “600.000 euro” l’anno a testa! Stipendi d’oro di cui beneficiano personaggi, pur se di prestigio: • “non eletti” -contrariamente ai propri colleghi parlamentari-; • con un incarico “a vita” -come nelle migliori democrazie!-; • e “improduttivi”, risultando -per ovvie ragioni anagrafiche- tra i membri del Parlamento più assenteisti: alcuni, veri e propri “desaparecidos”, scomparendo dalla scena pubblica dopo la loro elezione! Ha ancora senso, allora, mantenere in vita questa figura??? Solo nel 2011: • su un costo complessivo di funzionamento del Senato di 603.100.000 euro, la spesa per gli stipendi dei senatori è assommata a “71.225.000 euro”; • su un bilancio di 1.070.994.520 euro della Camera, il costo degli stipendi dei deputati è ammontato a “167.050.000 euro”; • le pensioni dei parlamentari sono costate “79.200.000 euro” al Senato e “138.200.000 euro” alla Camera; • ogni seduta parlamentare è costata “3.332.044 euro” al Senato (essendosene svolte 181 in tutto il 2011) e “7.046.017 euro” alla Camera (essendosene tenute solo 151); • il Parlamento italiano è costato più dei parlamenti di Francia, Germania, Inghilterra e Spagna messi insieme (fonte Libero, 30/01/2012); • e la Camera ed il Senato italiani, insieme, sono costati circa “100 milioni di euro in più” rispetto al Congresso ed al Senato americani (fonte Corriere della Sera, 18/07/2011). Come ultima chicca, aggiungiamo pure che, mentre ogni italiano spende “27,15 euro” l’anno per mantenere il proprio Parlamento (fonte La Stampa, 30/01/2012): • in Francia ogni cittadino spende 8,11 euro (tre volte meno); • negli Usa 5,10 euro (cinque volte e mezzo meno). • in Inghilterra 4,18 euro (quasi sette volte meno); • in Spagna soli 2,14 euro (dieci volte meno!). Occorre assumere nuovi superconsulenti al Governo o chiedere ulteriori suggerimenti agli utenti del web per scoprire dove si annidano le più robuste “sacche di spreco” di denaro pubblico in Italia??? IL COSTO “EXTRAEUROPEO” DEI NOSTRI EURONOREVOLI Un europarlamentare italiano, per svolgere la sua attività a Strasburgo, percepisce un’indennità di funzione di “11.190” euro lordi mensili, pari a oltre “134.000” euro l’anno. Voce d’entrata a cui ulteriormente sommare (fonte La Repubblica): • un gettone di presenza, di “306 euro” per ogni partecipazione alle sedute dell’Europarlamento; • una diaria di soggiorno, di “9.000 euro” mensili (pari a 290 euro al giorno); • un rimborso spese di viaggio, dal 2009 non più forfettario ma correlato alle spese sostenute e documentabili; • un rimborso spese di assistenza parlamentare, di 17.570 euro al mese; • una indennità di segreteria, di 4.200 euro mensili. Cifre “impressionanti”, ma che risultano “inaccettabili” al confronto con le indennità percepite dagli altri euronorevoli (fonte “Times”): • un europarlamentare austriaco percepiva, fino al luglio 2009, soli 106.583 euro lordi l’anno; • un olandese 86.125 euro; • un tedesco 84.108 euro; • un irlandese 82.065 euro; • un inglese 81.600 euro; • un belga 72.017 euro; • un danese 69.264 euro; • un greco 68.575 euro; • un lussemburghese 66.432 euro; • un francese 62.779 euro; • un finlandese 59.640 euro; • uno svedese 57.000 euro; • uno sloveno 50.400 euro; • un cipriota 48.960 euro; • un portoghese 41.387 euro; • uno spagnolo 35.051 euro; • uno slovacco 25.920 euro; • un ceco 24.180 euro; • un estone 23.064 euro; • un maltese 15.768 euro; • un lituano 14.196 euro; • un lettone 12.900 euro; • un ungherese 9.132 euro; • un polacco addirittura 7.369,70 euro (sempre lordi, sempre all’anno, s’intende!). Forse gli europarlamentari italiani “eccellono” su tutti gli altri per la loro operosa partecipazione ai lavori del Parlamento di Strasburgo? Tutt’altro! I nostri eurodeputati risultano “i meno presenti”: una volta su tre rimangono a casa, mentre i finlandesi hanno un tasso di presenze del 90%, i tedeschi di poco inferiore e così pure gli europarlamentari di altre nazionalità (fonte l’Espresso). Come giustificare, allora, una simile maggiorazione nella loro retribuzione? Forse i nostri euronorevoli, pur se assenteisti, si distinguono dagli altri per il loro rendimento? Niente affatto! Gli europarlamentari italiani eccellono, casomai, per tassi “scandalosamente bassi” di produttività: su 78 nostri parlamentari in Europa, 61 non hanno mai presentato una relazione e 17 non si sono mai scomodati nemmeno d’aprir bocca in Aula! Euronorevoli “assenteisti e fannulloni”: perché, allora, premiarli con gli stipendi più alti di Strasburgo?! Forse il “mestiere” dell’europarlamentare è giudicato alla pari di un lavoro “usurante”? Forse allontanarsi dal Bel Paese per qualche giorno a settimana è ritenuto una fatica insostenibile, enormemente maggiore che staccarsi dalla fredda Germania o dalla povera Polonia??? O forse, pensando alla gente che “realmente” lavora col sudore in fronte per sbarcare faticosamente il lunario, è un’offesa anche solo considerare un “mestiere” l’attività politica?! Non sappiamo se anche negli scranni più alti di Strasburgo qualcuno si sarà posto gli stessi interrogativi. Quel che è certo è che il Parlamento europeo, adottando il nuovo Statuto parlamentare (luglio 2009), è intervenuto sulle ingiustificate diversità di trattamento economico degli europarlamentari: 1. equiparando l’indennità degli europarlamentari, a prescindere dalle loro nazionalità, a “7.655 euro” lordi mensili (spesa a carico del bilancio del Parlamento europeo, non più dei parlamenti nazionali); 2. e sostituendo il rimborso generico e forfettario delle spese con un rimborso delle sole spese giustificate e documentate. “Arcano” risolto, dunque? Macché! L’equiparazione degli “euro-stipendi”, in realtà, poteva essere soggetta a deroga: prerogativa che il nostro Paese non ha perso tempo ad esercitare! Gli europarlamentari italiani, pertanto, continuano a beneficiare di un trattamento retributivo equiparato non a quello dei loro colleghi di Strasburgo ma a quello dei loro colleghi di Montecitorio! Il “quantum in più” percepito dai nostri euronorevoli, ovviamente, non è a carico del Parlamento europeo, bensì del nostro Parlamento nazionale… Nessuno scrupolo, però: tanto “paga sempre Pantalone” (ovvero noi cittadini!). TANTO PER RIDERE: I “TAGLI” AGLI STIPENDI DEI PARLAMENTARI… Tra i primi impegni che si è assunto il governo Monti vi è stato quello di ridurre i costi della politica. A tal fine, si è dato mandato alla cd. “Commissione Giovannini” di parametrare gli stipendi dei politici italiani entro la media europea. Il risultato, ancora una volta, è stato gattopardesco: si è “deciso di non decidere”! La Commissione, difatti, ha gettato la spugna, dichiarandosi impossibilitata a completare il proprio lavoro, sia per mancanza di tempo sufficiente, sia per la difficoltà di comparare costi di assetti istituzionali diversi. Nella relazione conclusiva, però, la Commissione non ha potuto fare a meno di riconoscere ciò che già risultava evidente anche all’uomo della strada: i parlamentari italiani sono i più pagati d’Europa! Perché, a questo punto, il Parlamento non si è mosso autonomamente per ridurre le proprie spese (non limitandosi a “ritocchi minimali” o a tagli “marginali”)? Perché, all’estrema velocità con cui si aumentano le tasse per “far cassa”, corrisponde una snervante lentezza nell’operare tagli ai costi della politica (che fine ha fatto, ad esempio, il tanto sbandierato dimezzamento del numero dei parlamentari)??? E per quale stramba ragione i parlamentari italiani vanterebbero il diritto “esclusivo” di veder parametrata la propria retribuzione alla media dei sei paesi più ricchi d’Europa (pur non disponendo affatto il nostro Paese degli stipendi tedeschi o del Pil francese)?! A ognuna di queste obiezioni, la politica risponde, infastidita, sempre alla stessa maniera: “Questa è demagogia!”, “ci siamo messi a dieta…”, “abbiamo già stretto la cinghia!”… Ma quanto è stata effettivamente stretta la cinghia? Quanto la politica, per lungo tempo “famelica e ingorda”, potrebbe ulteriormente dimagrire? Qualche “dimagrimento”, in effetti, c’è stato. Eccone il risultato: PRIMO: L’indennità di funzione: • nel 2006 (ex legge finanziaria) è stata ridotta del 10%; • nel 2008 (ex legge finanziaria) ne sono stati sospesi gli adeguamenti retributivi per 5 anni (misura prorogata fino a tutto il 2013); • nel 2011 (ex decreto legge n.138) è stata ulteriormente ridotta, ma “solo” per il triennio 2011/2013, nella misura del 10% per la parte eccedente i 90.000 euro e del 20% per la parte eccedente i 150.000 euro lordi annui (riduzione raddoppiata per i parlamentari che svolgono un’attività lavorativa per la quale percepiscono un reddito uguale o superiore al 15% dell’indennità parlamentare); • nel 2012 (con deliberazioni degli Uffici di Presidenza della Camera, 30 gennaio 2012, e del Senato, 31 gennaio 2012), è stata decurtata di 1.300 euro “lordi” al mese. SECONDO: La diaria, con deliberazioni degli Uffici di Presidenza della Camera (27 luglio 2010) e del Senato (25 novembre 2010), è stata: • ridotta a 3.503 euro al mese (rispetto ai 4.000 euro precedenti); • e soggetta a ulteriori decurtazioni per ogni assenza dei parlamentari dai lavori parlamentari. TERZO: Il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, nel 2012: • alla Camera (con deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza del luglio 2010 e gennaio 2012) è stato ridotto di 500 euro (portandolo a 3.690 euro netti al mese) e corrisposto solo per il 50% forfetariamente (per il restante 50% a titolo di rimborso per specifiche categorie di spese documentate); • al Senato, invece, è stato ridotto a 2.090 euro e erogato a titolo di rimborso delle spese effettivamente sostenute. QUARTO: I vitalizi parlamentari: • nel 2007 sono stati ridotti e si è raddoppiato il periodo minimo di mandato richiesto per maturarne il diritto (da 2 anni e 6 mesi a 5 anni); • dal 1° gennaio 2012 (con deliberazioni degli Uffici di Presidenza della Camera, 14 dicembre 2011 e 30 gennaio 2012, e del Senato, 31 gennaio 2012), sono stati aboliti e sostituiti da una pensione contributiva. SVELATO “L’ARCANO”: L’INGANNO DEI “FINTI TAGLI” AI COSTI DELLA POLITICA! Se dei tagli ci sono effettivamente stati, restano comunque delle “sconcertanti verità”: PRIMO: Come spiegare il fatto che, nonostante i “pesanti” (?) sacrifici cui si è sottoposta la politica: • i parlamentari italiani restano i più pagati d’Europa; • il divario tra la retribuzione media di un lavoratore e di un suo eletto resta incolmabile; • e Montecitorio risparmierà soli “150 milioni” di euro in tre anni (il “5%” del suo costo generale!), mentre Palazzo Madama appena “4 milioni” di euro rispetto al 2011 (su una dotazione di “542 milioni” per il 2012)? SECONDO: I presidenti Fini e Schifani hanno pomposamente enfatizzato la recente scelta dei parlamentari di ridursi lo stipendio di 1.300 euro. Ma come non ricordare che: • i 1.300 euro indicano un importo “lordo” (il taglio effettivo è ammontato a soli “700 euro”); • mentre la busta paga netta di deputati e senatori è rimasta “invariata” (essendo stato contestualmente abolito l’obbligo per i parlamentari di versare i contributi previdenziali, guarda caso pari a 700 euro al mese)? TERZO: Tutti ripetono, ad ogni piè sospinto, che i vitalizi sono stati aboliti. Ma, pur col nuovo sistema contributivo, a un parlamentare sono sufficienti: • “5 anni di mandato” per maturare il diritto alla pensione (non 35, come per qualsiasi comune cittadino); • e “60 anni d’età” per ricevere il primo assegno, dopo aver ricoperto appena due mandati (non 66 anni, come per ogni altro elettore). L’abolizione dei vitalizi, poi: • non ha intaccato di 1 solo euro i “2.308” vitalizi già maturati (il nuovo calcolo contributivo si applicherà solo a coloro eletti dalla prossima legislatura); • e non ha cancellato l’assegno di fine mandato, l’ultimo generoso regalo concesso a chi di tutto avrebbe bisogno fuorché di assistenza per reinserirsi nel mondo del lavoro! QUARTO: Oltre l’inganno, anche la beffa! Mentre l’Italia “sta morendo di speranza”, si scopre che il magro e supertecnico governo Monti ci costa in stipendi quasi “il doppio” rispetto al pletorico governo politico Berlusconi: 4,8 milioni di euro, a fronte di 2,8 milioni (fonte Il Giornale). Mentre i 23 ministri, i 3 viceministri e i 38 sottosegretari del Cavaliere guadagnavano tra i 40 e i 50.000 euro l’anno, grazie ad una legge del 1997 del governo Prodi, i nuovi supertitolati ministri, non percependo alcuna indennità parlamentare, godono di stipendi di “132.000 euro” lordi annui! Senza considerare il premier Monti, che, cumulando anche la carica di senatore a vita, in un anno intasca circa “300.000 euro” (fonte Il Giornale). PER UNA POLITICA AL SERVIZIO DEI CITTADINI (E NON UNO STATO AL SERVIZIO DELLA POLITICA!) PRIMO: PERCHÉ NON DIMEZZARE IL NUMERO DEI PARLAMENTARI? Se negli Usa (Paese esteso 30 volte l’Italia e con una popolazione quadrupla) il Senato federale è composto da 50 membri e il Congresso da 435, perché mai in Italia non basterebbero 315 deputati e 157 senatori?! SECONDO: PERCHÉ’ NON ABOLIRE LA FIGURA DEI SENATORI A VITA? Come giustificare una carica tanto inutile quanto antistorica, ovvero gli unici parlamentari “non eletti” -come nelle migliori democrazie- e “a vita”-come solo i papi e i restanti monarchi nel mondo-?! TERZO: PERCHÉ NON ABOLIRE TUTTI GLI EMOLUMENTI a vario titolo DEI PARLAMENTARI (diaria, rimborsi, contributi, assegni di fine mandato, benefit vari…), SOSTITUENDOLI CON UN’UNICA INDENNITÀ’ DI FUNZIONE, DALL’IMPORTO MASSIMO DI “5.000 EURO” NETTI MENSILI? Perché un compenso “più che doppio” rispetto alla media della retribuzione di qualsiasi comune cittadino non sarebbe sufficiente a garantire ai nostri eletti un minimo di sussistenza economica e autonomia politica?! QUARTO: PERCHÉ NON CONCEDERE L’INDENNITÀ PARLAMENTARE SOLO A CHI RINUNCIA, per il corso della legislatura, AD ESERCITARE QUALSIASI ALTRA PROFESSIONE? Perché retribuire allo stesso modo quei politici che si pongono a tempo pieno “al servizio” della Nazione e quelli che riservano alla politica solo il tempo libero che gli residua dalle loro private professioni? E PERCHÉ NON RICONOSCERE A QUEI PARLAMENTARI CHE SCEGLIEREBBERO comunque DI SVOLGERE ALTRE ATTIVITÀ professionali solo UN “CONTRIBUTO SPESE”, DALL’AMMONTARE MASSIMO DI “1.000” EURO MENSILI? QUINTO: PERCHÉ NON ABOLIRE LE “DOPPIE INDENNITÀ”, ovvero la possibilità per i parlamentari che assumono contestualmente altre cariche di cumulare più emolumenti (ad esempio, nel caso di parlamentari-sottosegretari, deputati-ministri, premier-senatori…)? SESTO: PERCHÉ NON TAGLIARE I “VITALIZI D’ORO” (2.308 i vitalizi parlamentari ad oggi erogati, 3.385 quelli regionali), PONENDO UN TETTO MASSIMO DI “3.000 EURO” MENSILI? “I diritti acquisiti non si toccano!”, ripetono in coro i nostri eletti… Com’è possibile, allora, che solo i politici vantino tali diritti? Perché lo stesso principio non è valso per i pensionati o gli esodati, duramente penalizzati dalla Riforma Fornero? Perché tale diritto non lo vanterebbero i pubblici impiegati, per i quali, se la situazione finanziaria lo imponesse, si prospetta la cancellazione delle tredicesime? Com’è possibile che nel ‘92 si è potuto addirittura intaccare il conto corrente degli Italiani, mentre oggi non si può nemmeno chiedere un sacrificio in più ai contribuenti più abbienti? “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi” QUIRINO 1

giovedì 4 ottobre 2012

IL PACIFISMO USA DAL1875 AL 2012 .

168 interventi armati americani all'estero dal 1798 al 1945: 1798-1800: guerra navale non dichiarata con la Francia, incluse azioni di terra come nella città di Puerto Plata, repubblica dominicana, in cui i marines catturarono il capitano di una nave pirata francese. 1801-1805 - Tripoli: prima guerra contro gli «stati di Barberia», per liberare la nave Philadelphia catturata dai pirati, sbarco dei marines e tentativo di far insorgere Tripoli. 1806- Messico (colonia spagnola): un plotone americano invase il territorio spagnolo presso le sorgenti del Rio Grande. 1806-1807 - Golfo del Messico: cannoniere americane condussero operazioni contro navi corsare spagnole e francesi al largo del delta del Mississippi. 1810 - Florida occidentale (colonia spagnola): il governatore della Louisiana occupò, su ordine presidenziale, un conteso territorio a est del Mississippi, fino al fiume Pearl, senza scontri armati. 1812 - Amelia Island e zone della Florida orientale: il loro possesso temporaneo fu autorizzato dal presidente Madison e dal Congresso, per impedirne l'occupazione da parte di un'altra potenza. Ma il possesso fu ottenuto in modo così irregolare che fu sconfessato dal presidente. 1812-1815 - Gran Bretagna: guerra del 1812, dichiarata formalmente. 1813 - Florida occidentale (colonia spagnola), aprile: con mandato del Congresso, il generale Wilkinson a capo di 600 soldati s'impadronì di Mobile Bay. Una guarnigione spagnola si ritirò permettendo agli Stati uniti di avanzare fino al fiume Perdido, senza combattimenti. 1813-1814 - Isole Marquesas: costruzione di un forte sull'isola di Nukahiva per proteggere tre navi catturate agli inglesi. 1814 - Florida spagnola: il generale Andrew Jackson conquistò Pensacola e cacciò gli inglesi. 1814-1825 - Caraibi: ripetuti scontri tra pirati e navi o squadre americane, soprattutto a terra e al largo di Cuba, Portorico, Santo Domingo e Yucatan. 3.000 attacchi di pirati contro navi mercantili tra il 1815 e il 1823. Nel 1822 il commodoro James Biddle impiegò nelle Indie Occidentali una flotta di 2 fregate, 4 corvette, 2 brigantini, 4 golette e 2 cannoniere. 1815 - Algeri: seconda guerra contro gli stati di Barberia. Su mandato del Congresso, una flotta agli ordini di Decatour attaccò Algeri e ottenne risarcimenti. 1815 - Tripoli: dopo l'accordo con Algeri, Decatour bordeggiò con la sua flotta davanti a Tunisi e a Tripoli, dove ottenne risarcimenti. 1816 - Florida spagnola: forze americane distrussero Nichols Fort, detto anche Negro Fort che riparava chi compiva incursioni negli Stati uniti. 1816-1818 - Florida spagnola: prima guerra seminole. Gli indiani seminole, la cui terra era rifugio di schiavi fuggiaschi e di briganti di frontiera, furono attaccati dalle truppe dei generali Jackson e Gaines e inseguiti nella Florida settentrionale. Le postazioni spagnole furono attaccate e occupate, i cittadini britannici giustiziati. L'azione avvenne senza mandato del Congresso, ma fu sostenuta. 1817 - isola Amelia (territorio spagnolo in Florida): agli ordini del presidente Monroe, truppe degli Stati uniti sbarcarono e cacciarono un gruppo di contrabbandieri, avventurieri e predoni. 1818 - Oregon, agosto: la nave Ontario approdò presso il fiume Columbia e prese possesso di territori dell'Oregon, di cui la Gran Bretagna aveva concesso la sovranità ma che erano rivendicati anche da Russia e Spagna. 1820-1823 - Africa: dopo la legge del Congresso del 1819, unità navali effettuarono incursioni contro il traffico di schiavi. 1822 - Cuba: forze navali Usa anti-pirateria approdarono sulla costa nord-occidentale di Cuba e incendiarono una base dei pirati. 1823 - Cuba: nell'inseguimento di pirati, brevi sbarchi l'8 aprile a Escondido, il 16 aprile vicino Cayo Blanco, l'11 luglio a Siquapa Bay, il 21 luglio a Cabo Cruz, il 23 ottobre a Camrioca. 1824 - Cuba, ottobre: la nave Usa Porpoise sbarcò marines vicino a Matanzas per inseguire pirati. 1825 - Cuba, marzo: truppe americane e inglesi in azione congiunta sbarcarono a Sagua La Grande per catturare pirati. 1827 - Grecia, ottobre e novembre: gruppi da sbarco diedero la caccia a pirati nelle isole di Argeintere, Mikonos e Andros. 1831-1832 - Isole Falkland: per investigare sulla cattura di tre navi per la caccia alle foche e per proteggere gli interessi americani. 1832 - Sumatra, 6-9 febbraio: Per punire gli indigeni della città di Quallah Battoo per i saccheggi di navi americane. 1833 - Argentina, 31 ottobre - 15 novembre: Un reparto sbarcò a Buenos Aires per proteggere gli interessi degli Stati uniti e di altri paesi durante una sommossa. 1835-1836 (10 dicembre - 24 gennaio e 31 agosto - 7 dicembre) - Perù: marines protessero interessi americani a Callao e Lima durante un sollevamento rivoluzionario. 1836 - Messico, luglio-dicembre: il generale Gaines occupò Nacogdoches (Texas) e il conteso territorio circostante, durante la guerra texana per l'indipendenza. 1838, 24 dicembre - 1839, 4 gennaio - Sumatra: sbarco per punire gli indigeni delle città di Quallah Battoo e Mukki per i saccheggi delle navi americane. 1840 - Isole Fiji, luglio: Per punire i nativi colpevoli di avere assalito gruppi americani di esplorazione e rilevamento. 1841 - isola Drummond, arcipelago Kingsmill: per vendicare l'uccisione di un marinaio da parte di nativi. 1842 - Samoa, 24 febbraio: vendetta su nativi dell'isola di Upolu per l'uccisione di un marinaio americano. 1842 - Messico, 19 ottobre: il commodoro A.A.C. Jones occupò Monterey con una flottiglia, credendo che fosse scoppiata la guerra. Scoperto che c'era la pace, si ritirò: un episodio simile avvenne una settimana dopo a San Diego. 1843 - Cina: marinai e marines della St. Louis sbarcarono vicino alla concessione di Canton dopo uno scontro tra americani e cinesi. 1843 - Africa, 29 novembre - 16 dicembre: quattro navi americane fecero sbarcare distaccamenti di truppe (uno composto da 200 marines e marinai) per scoraggiare il commercio degli schiavi lungo la Costa d'Avorio e per punire i nativi per gli attacchi a marinai e bastimenti americani. 1844 - Messico: il presidente Tyles schierò forze americane per proteggere il Texas dal Messico in attesa che il Senato approvasse un trattato di annessione (che fu respinto). 1846-1848 - Messico: guerra messicana. L'occupazione di un territorio conteso da parte del presidente Polk scatenò il conflitto. 1849 - Smirne, luglio: una squadra navale ottenne la liberazione di un americano catturato da funzionari turchi. 1851 - Turchia: Dopo un massacro di stranieri (inclusi americani) a Jaffa in gennaio, fu ordinata una dimostrazione lungo la costa orientale della Turchia dal nostro squadrone nel Mediterraneo. Apparentemente senza cannonate. 1851 - Isola Johanna (est dell'Africa), agosto: per esigere il rilascio di un capitano americano di una baleniera illegalmente imprigionato. 1852, 3-12 febbraio e 17 settembre- aprile 1853 - Argentina: sbarco e stazionamento di marines a Buenos Aires per proteggere gli interessi americani durante la rivoluzione. 1853 - Nicaragua, 11-13 marzo: per proteggere vite e interessi americani durante disordini politici. 1853-1854 - Giappone: l'«apertura del Giappone» e la spedizione Perry. 1853-1854 - isole Ryukyu e Bonin: prima di recarsi in Giappone, e mentre aspettava una risposta giapponese, in tre visite il commodoro Perry fece una dimostrazione navale, sbarcando due volte marines, assicurandosi una concessione carbonifera a Okinawa dal sovrano di Naha. Altra manovra davanti alle isole Bonin, sempre per assicurarsi concessioni commerciali. 1854 - Cina, 4 aprile - 15 (17?) giugno: per proteggere interessi americani a Shangai e nei dintorni durante una guerra civile cinese. 1854 - Nicaragua, 8-15 luglio: San Juan del Norte (Greytown) fu distrutta per vendicare un insulto all'ambasciatore americano in Nicaragua. 1855 - Cina, 19-21 (?) maggio: per porteggere interessi americani a Shangai. 3-5 agosto per combattere pirati vicino a Hong Kong. 1855 - Isole Fiji, 12 settembre - 4 novembre: per ottenere risarcimenti per saccheggi di americani. 1855 - Uruguay, 25-29 (o 30) novembre: forze navali americane ed europee sbarcarono a Montevideo per proteggere interessi americani durante un tentativo rivoluzionario. 1856 - Panama, repubblica di Nuova Grenada, 19-22 settembre: per proteggere interessi americani durante un'insurrezione. 1856 - Cina, 22 ottobre - 8 dicembre: per proteggere interessi americani a Canton durante le ostilità tra inglesi e cinesi, e per vendicare un attacco non provocato a un'imbarcazione che batteva bandiera americana. Guerre Usa, la storia continua La seconda puntata del lungo elenco degli interventi americani all'estero. Così come elencati da Dean Rusk, segretario di Stato di John F. Kennedy, davanti al Congresso degli Stati uniti nel 1962. Sono 168 operazioni, tra il 1798 e la fine della seconda guerra mondiale. Oggi la cronologia fino al 1903, dal Nicaragua alla Siria MARCO D'ERAMO Ecco la seconda parte della cronologia dei 168 interventi militari americani all'estero dal 1798 al 1945, come furono presentati al Congresso statunitense dal segretario di stato Dean Rusk nel 1962: nell'introduzione alla prima parte (1798-1856), pubblicata su il manifesto di ieri, sono indicate le pubblicazioni originali di questo testo. La parte tradotta oggi va dal 1857 al 1903. 1857 - Nicaragua, aprile-maggio e novembre-dicembre: per opporsi al tentativo di William Walker di prendere controllo del paese. A maggio il comandante C. H. Davis della marina Usa, con alcuni marines accettò la resa di Walker e protesse i suoi uomini dalla vendetta degli alleati indigeni che avevano combattuto Walker. In novembre e dicembre la flotta Usa si oppose a un altro tentativo di Walker in Nicaragua. Il commodoro Hiran Palding fece sbarcare marines e deportò Walker negli Usa, ma fu sconfessato dal segretario di stato Lewis Cass e costretto al prepensionamento. 1858 - Uruguay, 2-27 gennaio: 2 navi da guerra Usa sbarcarono in forze per proteggere le proprietà americane durante una rivoluzione a Montevideo. 1858 - isole Fiji, 6-16 ottobre: per punire gli indigeni per l'assassinio di due americani. 1858-1859 - Turchia: dispiegamento di forze navali a oriente su richiesta del segretario di stato dopo un massacro di americani a Jaffa e il maltrattamento altrove per «ricordare alle autorità (ottomane) la potenza degli Stati uniti». 1859 - Paraguay: il Congresso autorizzò una squadra navale a ottenere riparazione per un attacco contro un vascello sul fiume Parana avvenuto nel 1855. Scuse furono offerte dopo un ampio dispiegamento di forze. 1859 - Messico: 200 soldati Usa traversarono il Rio Grande inseguendo il bandito Cortina. 1859 - Cina, 31 luglio - 2 agosto: per proteggere interessi americani a Shangai. 1860 - Angola (Africa portoghese), primo marzo: per proteggere vite e proprietà americane a Kissembo quando gli indigeni divennero importuni (troublesome). 1860 - Colombia, baia di Panama, 27 settembre - 8 ottobre: per proteggere interessi americani durante una rivoluzione. 1863 - Giappone, 16 luglio: per riparare un insulto alla bandiera americana, bruciata su un vascello a Shimonoseki. 1864 - Giappone, 14 luglio - 3 agosto circa: per proteggere l'ambasciatore degli Stati uniti quando visitò Yedo per negoziare alcune richieste americane e per rendere le più facili le sue trattative impressionando i giapponesi con la potenza americana. 1864 - Giappone, stretti di Shimonoseki, 4-14 settembre: per costringere il Giappone e in particolare il principe di Nagato a consentire il passaggio negli stretti al naviglio straniero, secondo i trattati già firmati. 1865 - Panama, 9-10 marzo: per proteggere vite e proprietà di residenti americani durante una rivoluzione. 1866 - Messico, novembre: per proteggere residenti americani, il generale Sedgwick con cento uomini ottenne la resa di Matamoras. Dopo tre giorni gli fu ordinato dal governo di ritirarsi. Fu sconfessato dal presidente. 1866 - Cina, 20 giugno - 7 luglio: per punire un'aggressione del console Usa a Newchwang; il 14 luglio per consultazioni con le autorità rivierasche; il 9 agosto a Shanghai per aiutare a spegnere un grave incendio nella città. 1867 - isola di Formosa, 13 giugno: per punire un'orda di selvaggi che si supponeva avessero assassinato la ciurma di un vascello americano naufragato. 1868 - Giappone (Osaka, Hiogo, Nagasaki, Yokohama e Negata), soprattutto 4-8 febbraio, 4 aprile - 12 maggio, 12-13 giugno: per proteggere interessi americani durante la guerra civile in Giappone con l'abolizione dello shogunato e la restaurazione del mikado. 1868 - Uruguay, 7-8 e 19-28 febbraio: per proteggere i residenti stranieri e la dogana durante un'insurrezione a Montevideo. 1868 - Columbia, ad Aspinwall, 7 aprile: per proteggere passeggeri e tesoro in transito in assenza di polizia e truppe locali per la morte del presidente della Colombia. 1870 - Messico, 17-18 giugno: per distruggere la nave pirata Forward incagliata a circa 40 miglia dalla foce del rio Tecapan. 1870 - isole Hawaii, 21 settembre: per porre a mezz'asta la bandiera americana per la morte della regina Kalama, quando il console americano non volle assumersi la responsabilità di farlo. 1871 - Corea, 10-12 giugno: per punire gli indigeni per aver depredato americani, in particolare per aver assassinato la ciurma del General Sherman e aver bruciato la goletta, e per aver poi aver aperto il fuoco su altre piccole imbarcazioni americane che risalivano il fiume Salee scandagliandolo. 1873 - Colombia (baia di Panama), 7-22maggio e 22 settembre - 9 ottobre: per proteggere interessi americani durante le ostilità per il possesso dello stato di Panama. 1873 - Messico: truppe statunitensi traversarono più volte il confine messicano all'inseguimento di bestiame e di ladri. Vi furono reciproci inseguimenti di truppe messicane nel nostro territorio di frontiera. I casi furono solo tecnicamente invasioni, anche se il Messico protestò costantemente. I casi più notevoli avvennero a Remolina nel maggio 1873 e a Las Cuevas nel 1875. Spesso ordini da Washington autorizzarono le azioni. Alla fine accordi tra Messico e Stati uniti, il primo nel 1882, legittimarono queste incursioni che continuarono a intermittenza, con dispute minori, fino al 1896. 1874 - isole Hawaii, 12-20 febbraio: per mantenere l'ordine e proteggere vite e interessi americani durante l'incoronazione del re. 1876 - Messico, 18 maggio: per presidiare la città di Matamoros che era temporaneamente senza governo. 1882 - Egitto, 14-18 luglio: per proteggere interessi americani durante la guerra tra inglesi ed egiziani e il saccheggio della città di Alessandria da parte degli arabi. 1885 - Panama (Colon), 18 e 19 gennaio: per scortare i valori in transito sulla Ferrovia Panama, e le casseforti e le camere di sicurezza della compagnia, e (marzo-maggio) per restaurare la libertà di transito durante la rivoluzione. 1888 - Corea, giugno: per proteggere residenti americani a Seul in condizioni politiche instabili, quando ci si attendeva una sommossa della teppaglia (populace). 1888-1889 - Samoa, 14 novembre - 20 marzo: per proteggere il consolato e i cittadini americani durante una guerra civile indigena. 1888 - Haiti, 20 dicembre: per persuadere il governo haitiano a restituire un vapore americano sequestrato con l'accusa di aver rotto il blocco navale. 1889 - isole Hawaii, 30-31 luglio: per proteggere interessi americani a Honolulu durante una rivoluzione. 1890 - Argentina: una forza navale sbarcò per proteggere il nostro consolato e legazione a Buenos Aires. 1891 - Haiti: per proteggere vite e proprietà americane sull'isola di Navassa quando i braccianti negri divennero incontrollabili. 1891 - Stretto di Bering, 2 luglio - 5 ottobre: per fermare la pesca di frodo delle balene. 1891 - Cile, 28-20 agosto: per proteggere il consolato americano di Valparaiso e le donne e i bambini che vi si erano rifugiati durante una rivoluzione. 1893 - Hawaii, 16 gennaio - 1 aprile: dichiaratamente per proteggere vite e proprietà americane; di fatto per promuovere un governo provvisorio guidato da Sanford B. Dole. L'azione fu sconfessata dagli Stati uniti. 1894 - Brasile, gennaio: per proteggere il commercio e il naviglio americano a Rio de Janeiro durante una guerra civile brasiliana. Non ci furono sbarchi ma un dispiegamento di forza navale. 1894 - Nicaragua, 6 luglio - 7 agosto: per proteggere interessi americani a Bluefield dopo una rivoluzione. 1894-1896 - Corea, 24 luglio 1894 - 3 aprile 1896: per proteggere vite e interessi americani a Seul durante e dopo la guerra sino-nipponica. Una guarnigione di marines rimase a guardia della legazione per quasi tutto il tempo fino all'aprile 1896. 1894-1895 - Cina: marines furono stazionati a Tiensin e penetrarono a Pechino a scopi di protezione durante la guerra sino-nipponica. 1894-1895 - Cina: un vascello della marina fu tirato a riva e usato come forte a Newchwang per proteggere cittadini americani. 1895 - Colombia, 8-9 marzo: per proteggere interessi americani durante un attacco alla città di Bocas del Toro da parte di una banda di banditi. 1896 - Nicaragua, 2-4 maggio: per proteggere interessi americani a Corinto in periodo di agitazione politica. 1898 - Nicaragua, 7-8 febbraio: per proteggere vite e proprietà Usa a San Juan del Sur. 1898 - Spagna: guerra ispano-americana. Pienamente dichiarata. 1898-1899 - Cina, 5 novembre - 15 marzo: per scortare l'ambasceria a Pechino e proteggere il consolato di Tiensin durante la contesa tra l'imperatrice vedova e il figlio. 1899 - Nicaragua, 22 febbraio - 5 marzo: per proteggere gli interessi americani a San Juan del Norte e, poche settimane dopo a Bluefield per l'insurrezione del generale Juan P. Reyes. 1899 - Samoa, 13 marzo-15 maggio: per proteggere interessi americani e prendere parte al conflitto per la successione al trono. 1899-1901 - isole Filippine: per proteggere interessi americani durante la guerra con la Spagna e per conquistare l'isola sconfiggendo i filippini nella loro guerra per l'indipendenza. 1900 - Cina, 24 maggio - 28 settembre: per proteggere vite straniere durante la rivolta dei Boxer, soprattutto a Pechino. Dopo quest'esperienza, alla legazione di Pechino fu mantenuta per parecchi anni una guarnigione che veniva rafforzata quando si profilava una sommossa: vi rimase fino al 1934. 1901 - Columbia (Stato di Panama), 20 novembre - 4 dicembre: per proteggere proprietà americane sull'istmo e mantenere aperte le vie di transito durante gravi insurrezioni. 1902 - Colombia, 16-23 aprile: per proteggere vite e proprietà americane a Bocas del Toro durante una guerra civile. 1902 - Colombia (stato di Panama), 17 settembre - 18 novembre: per mettere scorte armate su tutti i treni che traversavano l'istmo e per tenere aperte le comunicazioni ferroviarie. 1903 - Honduras, 2-30 (o 31) marzo: per proteggere il consolato americano e il molo marittimo a Puerto Cortez in un periodo di attività rivoluzionaria. 1903 - Repubblica dominicana, 20 marzo - 30 aprile: per proteggere interessi americani nella città di Santo Domingo durante una sommossa rivoluzionaria. 1903 - Siria, 7-12 settembre: per proteggere il consolato americano a Beirut quando si temeva un'insurrezione musulmana. 1903-1914 - Panama: per proteggere vite e interessi americani durante e dopo la rivoluzione per l'indipendenza dalla Colombia durante la costruzione del Canale. Con brevi interruzioni, marines statunitensi furono stazionati sull'istmo dal 4 novembre 1903 al 21 gennaio 1914 per proteggere interessi americani. Le guerre Usa la fine della storia Terza e ultima puntata della cronologia degli interventi militari compiuti dagli Stati uniti dal 1798 al 1945. In tutto 168 azioni, tra autorizzate e non, che forniscono una diversa lettura della storia americana MARCO D'ERAMO Ecco la terza e ultima parte, dal 1904 al 1945, della cronologia degli interventi all'estero delle forze armate americane. Le fonti sono state pubblicate nella prima puntata. Qui accanto troverete alcune brevi osservazioni su questa cronologia. 1904 - Repubblica dominicana, 2 gennaio - 11 febbraio: per difendere interessi americani a Puerto Plata, Sosua e Santo Domingo city durante combattimenti rivoluzionari. 1904-5 - Corea, 5 gennaio 1904 - 11 novembre 1905: per custodire la legazione americana a Seul. 1904 - Tangeri, Marocco: «Vogliamo o Perdicaris vivo o Raisuli morto». Dimostrazione di una squadra navale per costringere a rilasciare un americano rapito. La guardia marina sbarcò per proteggere il console generale. 1904 - Panama, 17-24 novembre: per proteggere vite e proprietà americane ad Ancon quando si temeva un'insurrezione. 1904-1905 - Corea: guardia marina mandata a Seul per protezione durante la guerra russo-giapponese. 1906-1909 - Cuba, settembre 1906 -23 gennaio 1909: intervento per restaurare l'ordine, proteggere stranieri, e stabilire un governo stabile dopo una seria attività rivoluzionaria. 1907 - Honduras, 18 marzo - 8 giugno: per proteggere interessi americani durante una guerra tra Honduras e Nicaragua: truppe furono stazionate per pochi giorni o settimane a Trujillo, Ceiba, Puerto Cortez, San Pedro, Laguna e Colona. 1910 - Nicaragua, 22 febbraio: durante una guerra civile, per avere informazioni sulle condizioni a Corinto; il 19 maggio e il 4 settembre per proteggere interessi americani a Bluefields. 1911 - Honduras, 26 gennaio e poche settimane dopo: per proteggere vite e interessi americani durante una guerra civile. 1911 - Cina: fasi iniziali della rivoluzione nazionalista. Un guardiamarina e 10 uomini cercarono a ottobre di entrare a Wuchang per liberare missionari, ma si ritirarono dopo un avvertimento. Sempre a ottobre una ridotta unità da sbarco protesse proprietà private americane e il consolato ad Hankow. In novembre fu stabilita una scorta navale ai posti del telegrafo di Shanghai. Forze da sbarco furono mandate a scopo di protezione a Nanchino, Chinkiang, Taku e altrove. 1912 - Honduras: sbarco di una forza ridotta per prevenire la confisca da parte dello stato di una compagnia ferroviaria di proprietà americana. Le forze si ritirarono dopo che gli Stati uniti disapprovarono l'azione. 1912 - Panama: su richiesta di ambedue i partiti politici, truppe supervisionarono le elezioni nella Zona del Canale. 1912 - Cuba, 5 giugno - 5 agosto: per proteggere interessi americani nella provincia d'Oriente e all'Avana. 1912 - Cina, 24-26 agosto sull'isola Kentucky e 26-30 agosto a Camp Nicholson: per proteggere americani e interessi americani durante agitazioni rivoluzionarie. 1912 - Turchia, 18 novembre - 3 dicembre: per proteggere la legazione americana a Costantinopoli durante la guerra dei Balcani. 1912-1925 - Nicaragua, agosto - novembre 1912: per proteggere interessi americani durante una tentata rivoluzione. Una piccola unità con funzione di guardia alla legazione e di promotrice di pace e stabilità governativa rimase fino al 5 agosto 1925. 1912-1941 - Cina: i disordini che, iniziati con la ribellione del Kuomingtang, riorientati con l'invasione giapponese della Cina, portarono infine alla guerra tra Giappone e Stati uniti, diedero origine a continue dimostrazioni di forza e a sbarchi in Cina a scopo di protezione dal 1912 al 1941. Una guarnigione fu mantenuta a Pechino e sulla strada per il mare fino al 1941. Nel 1927, gli Stati uniti avevano 5.670 soldati in Cina e 44 soldati nelle sue acque territoriali. Nel 1933 avevamo 3.027 uomini. Tutte queste azioni protettive avvenivano in accordo ai trattati firmati con la Cina dal 1858 al 1901. 1913 - Messico, 5-7 settembre: qualche marine sbarcò a Ciari Estero per aiutare a evacuare cittadini americani e altri dalla valle Yaqui, resa pericolosa per gli stranieri da una guerra civile. 1914 - Haiti, 29 gennaio - 9 febbraio e 20 febbraio - 19 ottobre: per proteggere cittadini americani in un periodo di pericolose agitazioni. Repubblica dominicana, giugno e luglio: durante una rivoluzione, forze navali Usa fermarono a cannonate il bombardamento di Puerto Plata e con la minaccia della forza mantennero zona neutrale la città di Santo Domingo. 1914-1917 - Messico: Le non dichiarate ostilità messicano-americane in seguito all'affare del Dolphin e alle incursioni di Pancho Villa compresero la cattura di Vera Cruz e più tardi la spedizione Perching nel Messico settentrionale. 1915-1934 - Haiti, luglio 1915 - 14 agosto 1934: per mantenere l'ordine in periodo di cronica minaccia insurrezionale. 1916-1924 - Repubblica dominicana, maggio 1916 - settembre 1924: per mantenere l'ordine in periodo di cronica minaccia insurrezionale. 1917-1918 - Prima guerra Mondiale. Formalmente dichiarata. 1917-1922 - Cuba: per proteggere interessi americani durante un'insurrezione e la conseguente instabilità. La maggior parte delle forze americane lasciarono Cuba nel 1919 ma due compagnie rimasero a Camaguey fino al febbraio 1922. 1918-1919 - Messico: dopo il ritiro della spedizione Pershing, i nostri soldati entrarono in Messico alla caccia di banditi almeno tre volte nel 1918 e sei volte nel 1919. Nell'agosto 1918 soldati americani e messicani si combatterono a Nogales. 1918-1920 - Panama: per i compiti di polizia stabiliti dalle clausole del trattato, a Chiriqui durante le sommosse elettorali e le successive agitazioni. 1918-1920 - Russia sovietica: in giugno e luglio marines furono sbarcati a Vladivostock e dintorni per proteggere il consolato americano e altri punti durante i combattimenti tra i bolscevichi e l'esercito ceco che aveva traversato la Siberia dal fronte occidentale. Una dichiarazione congiunta di governo d'emergenza e di neutralità fu emanata dai comandanti americano, giapponese, britannico, francese e ceco in luglio e le nostre truppe rimasero fino a fine agosto. In agosto il progetto si ampliò: allora 7.000 uomini furono sbarcati a Vladivostok e rimasero fino al gennaio 1920 come parte di una forza alleata di occupazione. Nel settembre 1918, 5.000 soldati americani si unirono alla forza alleata d'intervento ad Arcangelo, subirono 500 perdite e rimasero fino al giugno 1919. Un pugno di marines aveva in precedenza preso parte a uno sbarco britannico sulla costa Murmanska (vicino alla Norvegia), ma solo incidentalmente. Tutte queste operazioni dovevano neutralizzare gli effetti della rivoluzione bolscevica in Russia e furono in parte sostenute da elementi zaristi e di Kerensky. Non fu dichiarata guerra. A volte elementi bolscevichi agirono assieme a noi, ma la Russia sovietica reclama ancora risarcimenti. 1919 - Dalmazia: su richiesta delle autorità italiano soldati Usa sbarcarono a a Trau per mantenere l'ordine tra italiani e serbi. 1919 - Turchia: i marines della nave da guerra Arizona sbarcarono per proteggere il consolato americano durante l'occupazione greca di Costantinopoli. 1919 - Honduras, 8-12 settembre: una forza da sbarco fu spedita a terra per mantenere l'ordine in una zona neutrale durante un tentativo insurrezionale. 1920 - Cina, 14 marzo: una forza da sbarco fu mandata a terra per poche ore per proteggere vite durante un tumulto a Kiukiang. 1920 - Guatemala, 9-27 aprile: per proteggere la legazione e altri interessi americani, come il telegrafo, durante gli scontri tra gli Unionisti e il governo del Guatemala. 1920-22 - Russia (Siberia), 16 febbraio 1920 - 19 novembre 1922: invio di una scorta navale per proteggere proprietà e una stazione radio degli Stati uniti su un'isola russa nella baia di Vladivostok. 1921 - Panama-Costarica: squadre navali americane manovrarono sulle due sponde dell'istmo per prevenire una guerra tra i due paesi per una disputa di confine. 1922 - Turchia, settembre-ottobre: un contingente fu sbarcato con il consenso delle autorità sia turche sia greche per proteggere vite e proprietà americane quando i nazionalisti turchi sbarcarono a Smirne. 1922-1923 - Cina: tra aprile 1922 e novembre 1923 cinque sbarchi di marines per proteggere americani durante le agitazioni. 1924 - Honduras, 28 febbraio - 31 marzo e 10-15 settembre: per proteggere vite e interessi americani durante scontri elettorali. 1924 - Cina, settembre: marines furono sbarcati a Shanghai per proteggere americani e altri stranieri durante gli scontri tra fazioni cinesi. 1925 - Cina, 15 gennaio- 19 agosto: scontri tra fazioni cinesi accompagnati da tumulti e dimostrazioni a Shanghai costrinsero allo sbarco di soldati americani per proteggere vite e beni nella concessione internazionale. 1925 - Honduras, 19-21 aprile: per proteggere stranieri a La Ceiba durante una sommossa. 1925 - Panama, 12-23 ottobre: scioperi e tumulti spinsero a sbarcare circa 600 soldati per mantenere l'ordine e proteggere gli interessi americani. 1926-1933 - Nicaragua, 7 maggio - 5 giugno 1926, 27 agosto 1926 - 3 gennaio 1933: il colpo di stato del generale Chamorro innescò attività rivoluzionarie che portarono allo sbarco di marines per proteggere gli interessi degli Stati uniti. Forze statunitensi andarono e vennero, ma non sembra che lasciassero del tutto il paese prima del 3 gennaio 1933. La loro azione incluse operazioni contro il fuorilegge Sandino nel 1928. 1926 - Cina, agosto e settembre: l'attacco nazionalista su Hankow rese necessario lo sbarco di forze navali per proteggere cittadini americani. Una piccola unità restò al consolato generale anche dopo il 16 settembre, quando il resto delle truppe era stato ritirato. Verosimilmente, quando le forze nazionaliste catturarono Kiukiang, forze di marina furono sbarcate per proteggere stranieri il 4 e 5 novembre. 1927 - Cina, febbraio: i combattimenti a Shanghai costrinsero ad aumentare le forze navali e i marines nella zona. A marzo una scorta di marina fu stazionata davanti al consolato americano a Nanchino dopo che le truppe nazionaliste avevano conquistato la città. Più tardi, cacciatorpediniere americane e britanniche spararono granate per proteggere americani e altri stranieri. «In seguito a quest'incidente, ulteriori forze navali e di marines furono inviate in Cina e stazionarono vicino a Shanghai e Tientsin». 1932 - Cina: sbarco di truppe per proteggere interessi americani durante l'occupazione giapponese di Shanghai. 1933 - Cuba: dimostrazione di forza della flotta Usa durante una insurrezione contro il presidente Gerardo Machado, ma senza sbarchi. 1934 - Cina: sbarco di marines a Fuzhou per proteggere il consolato americano. 1940 - Terranova, Bermuda, St. Lucia, Bahamas, Jamaica, Antigua, Trinidad e Guiana britannica: soldati furono mandati per proteggere basi aeree e navali ottenute con negoziati dalla Gran Bretagna. Talora queste basi sono chiamate basi lend-lease (in prestito, o in leasing). 1941 - Groenlandia, aprile: presa sotto protezione degli Stati uniti. 1941 - Olanda (Guiana olandese), novembre: con l'accordo del governo olandese in esilio il presidente ordinò alle truppe americane di occupare la Guiana olandese. Il Brasile cooperò a proteggere il rifornimento di alluminio greggio dalle miniere di bauxite in Surinam. 1941 - Islanda: presa sotto protezione degli Stati uniti per ragioni di sicurezza, col consenso del suo paese. 1941 - Germania: in primavera il presidente ordinò alla marina di pattugliare le rotte navali per l'Europa. A luglio le nostre navi da guerra scortavano i convogli e attaccavano i sommergibili tedeschi. Non ci fu autorizzazione del Congresso. In novembre la Legge di Neutralità fu in parte ritirata per consentire la'iuto militare a Gran Bretagna, Russia, ecc. 1941-1945 - Germania, Giappone, Italia, ecc.: Seconda guerra mondiale. Formalmente dichiarata. 1942 – Labrador: stabilita una base navale Le invasioni e attacchi degli Stati Uniti dal termine della Seconda Guerra Mondiale (1945) a oggi: 1945 – 1949 Cina: Intervento in Cina per cercare di impedire la vittoria della rivoluzione popolare e mantenere la presenza USA nel paese. Gli Stati Uniti usarono i soldati giapponesi sconfitti e li fecero combattere con loro. Le forze popolari fecero fuggire Chiang Kai Sheck nel 1949. 1946 – 1949 Grecia: I marins degli USA e le truppe inglesi intervengono nella guerra civile greca a fianco dei neo fascisti e contro la sinistra della Grecia, che aveva combattuto coraggiosamente contro i nazisti. La CIA crea una nuova "agenzia di sicurezza" interna in Grecia, la famigerata KYP, che utilizza terribili sistemi applicati anche dalla polizia segreta, come la tortura sistematica. 1948 – 1953 Filippine: Nelle Filippine, circa 900 militari delle forze armate degli Stati Uniti aiutano il governo favorevole agli USA a schiacciare una rivolta popolare e a installare una serie di governi alleati, tra i quali la dittatura di Ferdinando Marcos. 1950 – 1953 Corea: La guerra di Corea. Dopo la seconda guerra mondiale, gli USA reprimono le forze progressiste popolari favorendo i conservatori che avevano collaborato coi giapponesi nelle operazioni militari. Partecipano 350.000 uomini, 1.000 carri armati, 1.600 aerei e 300 navi da guerra. 1953 Iran: In Iran il primo ministro Mossadegh viene eliminato da un’azione congiunta di Stati Uniti e Gran Bretagna. Mossadegh era stato eletto dalla maggioranza del parlamento e guidava un movimento per nazionalizzare una compagnia petrolifera. Il golpe restituì il potere assoluto allo Scià, che iniziò un periodo, durato 25 anni, di repressione e tortura. 1954 Guatemala: Gruppi di mercenari addestrati e diretti dagli Stati Uniti, con l’appoggio aereo, invadono il Guatemala eliminando il governo eletto democraticamente da Jacobo Arbenz, e danno inizio a 40 anni di esecuzioni di massa che hanno lasciato un saldo di almeno 100.000 vittime. Arbenz aveva nazionalizzato la United Fruit Company, strettamente vincolata alla elite del potere nordamericano. 1958 Indonesia 1958: 14.000 marines sbarcano in Libano con l’appoggio della sesta flotta. 1959-1961 Cuba: Una brigata di mercenari addestrati e diretti dagli USA, con appoggio aereo e logistico nordamericano, cercano di sconfiggere la Rivoluzione iniziata il primo gennaio del 1959 a Cuba. Gli invasori vengono respinti in meno di 72 ore a Playa Girón, sulla costa sud del centro dell’isola. 1960 Guatemala 1964 (1961) – 1973 Vietnam : L’intervento in Vietnam. Dopo 23 anni e un milione di morti, gli Stati Uniti ritirano le truppe dal Viet Nam lasciando un paese distrutto e totalmente inaridito per la violenza dei bombardamenti. 1964 Congo 1964-73 Laos 1965 Perù 1965 Repubblica Domenicana: Gli USA intervengono con i marins nella Repubblica Domenicana. 1969-70 Cambogia 1967-69 Guatemala 1971 – 1973 Cile, Bolivia, El Salvador: La Casa Bianca autorizza la CIA ad effettuare colpi di stato in Cile, Bolivia e El Salvador. 1982 Libano: Le truppe USA sbarcano nuovamente in Libano. 1983 Grenada: Intervento a Granada: la mattina del 25 ottobre le prime unità di un contingente di 6.000 soldati degli USA inizia l’occupazione di questa piccola isola dei Caraibi. 1983-84 Libano 1987 Iran 1989 Panama: La mattina del 20 dicembre gli Usa invadono Panama con 26.000 soldati, metà dei quali erano presenti nelle basi militari del Comando Sud del paese. I militari usarono armi sofisticate - molte vennero usate per la prima volta - uccidendo almeno 7.000 panamensi. La morte di queste persone venne giustificata dalle autorità degli USA come "incidenti causati mentre si cercava di catturare l’uomo forte di Panama, Manuel Antonio Noriega, per i suoi vincoli col narcotraffico". 1990 Liberia: I marins intervengono in un conflitto interno in Liberia. 1991 “guerra del golfo” Kuwait: Dal 17 gennaio al 27 febbraio avviene l’aggressione conosciuta come “Guerra del Golfo”, sferrata con il pretesto di liberare il Kuwait dall’invasione e annessione dell’Iraq del 2 agosto del 1990. La vittoria venne condivisa con una coalizione di truppe di diversi paesi guidati dagli USA, che vinsero grazie alla superiorità tecnologica di paesi come Gran Bretagna, Italia e Francia. In 42 giorni le forze USA gettarono sull’Iraq 88.500 tonnellate di bombe e missili. 1992 Somalia: Il 9 dicembre giungono in Somalia 1.800 marins, avanguardia di una forza multinazionale di 35.000 soldati per una presunta operazione umanitaria finalizzata a “combattere la fame” in questo paese. 1994 Haiti: Il 19 settembre 24.000 soldati USA con l’appoggio di navi da guerra, elicotteri e moderni mezzi da combattimento invadono Haiti, con il pretesto di garantire il trasferimento del potere della cupola golpista capeggiata dal generale Raul Cedras, al presidente eletto Jean Bertrand Aristide. 1994-5 Bosnia 1998 Sudan 1998 Iraq: Dal 16 al 20 dicembre, USA e Gran Bretagna realizzano l’operazione “Volpe del Deserto”, con intensi bombardamenti ordinati dal presidente Clinton e con la giustificazione di distruggere un programma di armi di sterminio di massa dell’Iraq. 1999 Yugoslavia: Il 24 marzo gli Stati Uniti utilizzano la NATO e iniziano le azioni di guerra contro la Yugoslavia. Le undici settimane di bombardamenti degli USA e della NATO causano perdite per almeno 30 mila milioni di dollari, la morte di duemila civili e seimila feriti. 2001-200? Afghanistan: Il 7 ottobre il governo nordamericano comincia un’escalation contro l’Afghanistan - per rappresaglia dopo gli attentati terroristi di Washington e New York dell’11 settembre del 2001- con l’appoggio delle forze armate della Gran Bretagna. Sino ad oggi Osama Bin Laden, il presunto organizzatore degli attentati, non è stato catturato nonostante i poderosi metodi di spionaggio di questi paesi e la cosa fa pensare e provoca molte domande... 2003 -200? Iraq: Invasione dell’Iraq... 2004-5-6-7-8-9-10-11-12: Le occupazioni continuano Sovvertimento delle elezioni in paesi stranieri Filippine anni ‘50 Libano anni ‘50 Indonesia 1955 Vietnam 1955 Guyana 1953-64 Giappone 1958-anni ‘70 Nepal 1959 Laos 1960 Brasile 1962 Repubblica Dominicana 1962 Guatemala 1963 Bolivia 1966 Cile 1964 Portogallo 1975 Australia 1974 Giamaica 1976 Panama 1984, 1989 Nicaragua 1984, 1990 Haiti 1987-88 Bulgaria 1990-91 Albania 1991-92 Russia 1996 Mongolia 1996 Bosnia 1998 VARIE Utilizzo di armi non convenzionali Uranio impoverito utilizzo nella guerra del Golfo 1991 e in Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001-200? Bombe a grappolo utilizzo in Laos 1965-73, Vietnam 1961-73, Cambogia 1969-70, Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001-200?, Iraq 2003-200? Aggressioni chimiche e batteriologiche su paesi stranieri Bahamas anni ‘40-50 esperimento: segreto di stato Canada 1953 esperimento: diffusione di solfuro di zinco-cadmio sulla città di Winnipeg Cina e Corea anni ‘50 attacco batteriologico, bombardamenti con napalm Corea anni ‘60 cospargimento dell’erbicida diossinico Agente Orange Vietnam anni ‘60-70 cospargimento dell’erbicida diossinico Agente Orange, bombardamenti con Napalm Laos anni ‘70 utilizzo del gas nervino Sarin (CBU-15 o GB) Panama anni ‘40-’90 svariati test di Agent Orange, Iprite, VX, Sarin, Cianuro di Idrogeno e altri gas nervini ed erbicida Cuba anni ‘50-60 probabile diffusione di zanzare portatrici di febbri dengue e febbre emorragica poi effettivamente verificatesi, contaminazione dello zucchero, contaminazione di allevamenti di tacchini con il morbo di Newcastle, contaminazione degli allevamenti di maiali con virus della febbre del maiale africano, diverse contaminazioni delle coltivazioni Appoggio ad aggressioni chimiche e batteriologiche di altri paesi Egitto anni ‘60 addestramento e supporto all’attacco con gas venefici sullo Yemen Sudafrica anni ‘70 addestramento e supporto Iraq 1984-89 addestramento ed esportazione dei progetti e delle attrezzature necessarie a produrre virus e batteri e installarli su testate missilistiche, nonchè degli stessi virus e batteri Bacillus Antracis (Antrace), Clostridium Botulinum (Botulino), Hitoplasma Capsulatum, Brucella Melitensis, Clostridium Perfringens , Clostridium Tetani (Tetano) Test chimici sulla popolazione interna New York 1950 test per provocare epidemia di ruggine dei cereali San Francisco 1957 test di attacchi batteriologici di Bacillus globigii e Serratia marcescens Minneapolis 1953 test di rilasci di zinco-cadmio St. Louis 1953 test di rilasci di zinco-cadmio Washington DC 1953 test di rilasci di zinco-cadmio Florida 1955 test di epidemia di pertosse Florida 1956-58 test di diffusione di zanzare New York City 1956 test di irrorazione nella metropolitana del Bacillus subtilis variant niger Chicago 1960 test di irrorazione nella metropolitana del Bacillus subtilis variant niger Sperimentazioni dirette su persone migliaia di esperimenti di sostanze chimiche e batteriologiche, agenti nervini, radiazioni nucleari, droghe su persone parzialmente inconsapevoli Tortura Grecia anni ‘40-’70 CIA: addestramento e attrezzature per la tortura Iran anni ‘50-’79 CIA: costituzione e addestramento alla tortura del SAVAK (servizio segreto) Germania anni ‘50 tortura direttamente praticata dalla CIA Vietnam anni ‘60-’70 tortura direttamente praticata dalla CIA e dall’Esercito Bolivia 1967 CIA: supervisione e addestramento Uruguay anni ‘60-’70 CIA e Agenzia internazionale per lo sviluppo: addestramento Brasile anni ‘60 CIA e Agenzia internazionale per lo sviluppo: addestramento Guatemala anni ‘60-’90 CIA: addestramento e attrezzature El Salvador anni ‘80 CIA: addestramento e attrezzature Honduras anni ‘80 CIA ed Esercito: addestramento, attrezzature e ‘operatività’ Panama anni ‘90 tortura direttamente praticata dall’Esercito USA Ingerenze in paesi stranieri Cina 1949-51 addestramento, logistica, organizzazione, reclutamento a sostegno dei nazionalisti di Chaing Kai-Shek nella guerra civile contro Mao Francia 1947-50 ostacolata la presenza politica e sindacale dei comunisti tramite finanziamenti, consulenze, addestramento ai socialisti e ai sindacati non comunisti e ricorrendo ad operazioni segrete dirette e tramite gli indipendentisti corsi Isole Marshal 1946-1958 trasferita la popolazione per consentire i numerosissimi test di bombe nucleari Italia dal 1947 finanziamento della Democrazia Cristiana e organizzazione dell’apparato politico e propagandistico per influenzare l’elettorato Grecia 1947-9 intervento decisivo nella guerra civile a favore dei neofascisti e organizzazione dell’agenzia per la sicurezza interna, KYP Filippine 1945-53 combattimento diretto contro le forze di sinistra Huk e pilotaggio delle elezioni fino alla dittatura di Ferdinando Marcos Corea 1945-53 soppressione delle organizzazioni popolari precedentemente alleate e sostegno alle forze conservatrici precedentemente collaborazioniste con i giapponesi Albania 1949-53 tentativo di organizzare il rovesciamento del governo comunista Europa Occidentale anni ‘50-’70 costituzione dell’organizzazione segreta Stay Behind, finanziamento da parte della CIA tramite fondazioni e istituzioni a favore di partiti, riviste, agenzie di stampa, sindacati, gruppi studenteschi, associazioni di giuristi e avvocati Iran 1953 rovesciamento di Mossadeq Guatemala dal 1953 rovesciamento del governo, istituzione e protezione di un governo filo Usa responsabile di 200 mila vittime Costarica 1955, 1970 tentativi di rovesciare Figueres Medioriente 1956-8 tentativi di rovesciamento del governo siriano, pressioni sui governi di Libano e Giordania, sbarco di 14 mila soldati in Libano, cospirazione per rovesciare Nasser Indonesia 1957-8 tentativi di rovesciare Sukarno Haiti 1959 uso di forze armate USA per fermare la rivolta contro il dittatore Duvalier Guyana 1953-64 rovesciamento di Jagan Iraq 1958-63 organizzazione del colpo di stato contro Kassem Cambogia 1955-73 assassini politici, organizzazione del rovesciamento di Sihanouk, sostegno a Pol Pot e ai khmer rossi Laos 1957-73 organizzazione di colpi di stato nel 1958, 59 e 60; costituzione della milizia clandestina Thailandia 1965-73 invio di consiglieri militari per il mantenimento della dittatura e per la repressione della popolazione civile e della guerriglia; finanziamento, armamento e addestramento della polizia e dell’esercito Ecuador 1960-63 estromissione del leader Josè Velasco Congo/Zaire 1960-65 e 77-78 estromissione ed assassinio del premier Patrice Lumumba; sostegno all’insediamento e al mantenimento della dittatura Mobutu Francia Algeria anni ‘60 appoggio all’insurrezione dell’OAS, per impedire che De Gaulle concedesse l’indipendenza all’Algeria; tentativo poi abortito della CIA di assassinare De Gaulle Brasile 1961-64 approvazione e supporto del colpo di stato contro Joao Goulart; sostegno della dittatura militare Perù 1965 eliminazione di formazioni di guerriglieri ad opera dell’esercito americano Repubblica Domenicana 1963-65 sostegno al rovesciamento del governo Bosch e invio di 23 mila soldati per sedare la rivolta contro i golpisti Cuba dal 1959 quarant’anni di attacchi terroristici, attentati dinamitardi, invasioni militari sanzioni, embargo, isolamento ed assassini Indonesia 1965 sostegno all’insediamento della dittatura Suharto e consegna ai militari indonesiani della lista di 5000 nomi di comunisti da eliminare Ghana 1966 colpo di stato appoggiato dalla Cia per rovesciare Nkrumah Uruguay 1969-72 addestramento e organizzazione della repressione contro i Tupamaros Cile 1964-73 sabotaggio della campagna elettorale di Allende nel 1964, destabilizzazione del governo Allende dal 1970 e sostegno al colpo di stato e alla dittatura Pinochet Grecia 1967-74 attiva collaborazione della CIA e delle forze armate USA al colpo di stato Sudafrica anni ‘70-’80 intensa collaborazione della CIA con i servizi segreti per la repressione dell’African National Congress e per la cattura di Mandela; violazione dell’embargo sulle armi verso il Sudafrica disposto dall’ONU Bolivia 1964-75 aiuto della CIA e del Pentagono nel rovesciamento del governo Paz; conduzione da parte della CIA dell’operazione di eliminazione di Che Guevara Australia 1972-75 USA e Inghilterra riescono a far allontanare dal governo il premier laburista Whitlam Iraq 1972-75 Gli USA dispongono ingenti aiuti militari agli oppositori Kurdi per indebolire l’Iraq coinvolto nella guerra con l’Iran, tranne ritirare loro ogni aiuto nel momento in cui gli USA approvarono il riavvicinamento Iran-Iraq Portogallo 1974-6 destabilizzazione del governo nato dalla rivoluzione dei garofani e intimidazione della popolazione fino al successo dei candidati appoggiati e finanziati dalla CIA Timor Est 1975-99 sostegno del governo degli USA all’invasione da parte dell’Indonesia e del successivo genocidio attuato nei confronti della popolazione Angola anni ‘60-’80 Il governo USA entra in sostegno di una delle parti in causa nella guerra civile, inducendo l’URSS a sostenere l’altra parte; la guerra provocherà più di 500 mila morti Giamaica 1976 tentativo di impedire la rielezione di Manley Honduras anni ‘80 invio di migliaia di soldati per sostenere le operazioni antiguerriglia in Salvador e Guatemala e per servire come centro di addestramento e rifornimento per i contras del Nicaragua; stretto controllo sulla politica interna honduregna da parte dei diplomatici americani Nicaragua 1978-90 sostegno attivo alla guerriglia dei contras, oppositori del neogoverno sandinista; interferenza massiccia nelle elezioni del 1980 che videro la sconfitta dei sandinisti Filippine anni ‘70-’90 finanziamenti e sostegno alla stabilizzazione del governo responsabile di repressioni, miseria e torture Seychelles 1979-81 coinvolgimento della CIA in un tentativo di invasione Yemen del Sud 1979-84 sostegno aiuti e addestramento alle forze paramilitari che miravano a far cadere il governo Corea del Sud 1980 attivo sostegno al governo di Chun responsabile della repressione della contestazione studentesca, sfociata nell’uccisione di duemila persone Grenada 1979-83 destabilizzazione e invasione dell’isola per il rovesciamento di Maurice Bishop Suriname 1982-84 organizzazione di un invasione poi abortita da parte della CIA Libia 1981-89 abbattimento di due aerei libici nello spazio aereo libico, bombardamento della residenza di Gheddafi, tentativi di assassinio del leader, sanzioni economiche Isole Fiji 1987 organizzazione del colpo di stato Rabuka contro il governo Bavrada Panama 1989 invasione di Panama con centinaia di civili uccisi e migliaia di feriti ufficialmente per catturare l’ex alleato, il dittatore Noriega, in realtà per intimidire il Nicaragua alla vigilia delle elezioni Afghanistan 1979-92 massiccio sostegno ai Talebani opposti al governo laico filosovietico El Salvador 1980-92 coinvolgimento effettivo di truppe americane nei combattimenti della guerra civile, finanziamenti per 6 mld di dollari alle forze filo regime Haiti 1987-94 sostegno alla dittatura Duvalier e condizionamento del governo Aristide Bulgaria 1990-91 finanziamento per 1,5 mld di dollari al partito di opposizione; organizzazione da parte dell’organizzazione USA NED di sommosse popolari per rovesciare il risultato delle elezioni fino alle dimissioni del governo Albania 1991-2 organizzazione da parte del NED del rovesciamento del risultato delle elezioni fino alle dimissioni del governo Somalia 1993 intervento diretto delle truppe americane contro il ‘signore della guerra’ Aidid, volto in realtà a ripristinare il controllo delle compagnie americane sui campi petroliferi Jugoslavia 1999 bombardamenti sulla Serbia per consentire la secessione del Kosovo dalla Federazione Jugoslava Iraq 1991-2002 bombardamenti per 40 giorni e notti sull’iraq pari a 80.000 tonnellate di esplosivo, tra cui molti con uranio impoverito; un milione di bambini morti in dieci anni a causa delle sanzioni economiche e della distruzione delle infrastrutture; continuano le ‘missioni’ da parte di USA e Gran Bretagna, in attesa dell’attacco finale Perù 1990-2000 sostegno tramite consulenza e addestramento militare, fornitura di armamenti e finanziamenti al governo repressivo Fujimori, responsabile di violazione dei diritti umani e uso della tortura Messico 1994-1998 addestramento finanziamento e approvvigionamento di armi alle forze paramilitari e ai servizi segreti opposti agli zapatisti Colombia 2002 terzo paese destinatario di aiuti militari americani, centinaia di militari USA presenti nel paese, invio di armi, coordinamento e addestramento dell’esercito e delle forze paramilitari opposte alle FARC, sostegno al governo responsabile di violazione dei diritti umani e di tortura......>>> QUIRINO 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