domenica 30 settembre 2012
LA CRISI: DA ENZENSBERGER.
CRISI: DA ENZENSBERGER PAROLE CHIARE SU EURO ED UE
(Lettera Napoletana) Forse ci voleva un mostro sacro (pentito) della sinistra come il tedesco Hans Magnus Enzensberger per enunciare le verità sull’Unione Europea e sull’euro che in tanti, anche nello schieramento “critico” del centrodestra e dei cattolici, non hanno finora trovato il coraggio di enunciare. Dopo la pubblicazione di un violento pamphlet sulla limitazione delle libertà reali che i 40mila eurocrati al lavoro tra Bruxelles, Strasburgo e Francoforte (sede della Bce), ad un costo compreso tra 8 ed 11 miliardi di euro all’anno, hanno prodotto in questi anni di “integrazione” (v. “Crisi: l’euro spinge verso il fallimento l’Unione europea, LN 44/11), l’83enne intellettuale tedesco affronta la paurosa crisi economica nei Paesi dell’Eurozona (“l’Espresso”, 6.9.2012) e le responsabilità delle guide dell’Ue, incontrollate ed incontrollabili, selezionate con i meccanismi di cooptazione che dominano nella tecnocrazia e nell’alta finanza. “Da un bel po’ di tempo in qua – scrive Enzensberger – i Paesi europei non sono più governati da istituzioni legittimamente democratiche (…). D’altronde, anche chi, come e che cosa si decide all’interno della Commissione Europea o nell’Eurozona sono solo degli adepti ad intuirlo. Quel che tutte queste istituzioni e decisioni hanno in comune è di non essere previste in nessuna Costituzione del mondo. E che nessuno di noi normali elettori può mai esprimere la sua riguardo alle loro decisioni”. L’intellettuale tedesco definisce “originale” il modo in cui è avvenuta “la nuova conquista del potere in Europa da parte delle lobbies tecnocratiche e delle élites rivoluzionarie che hanno progettato l’Ue. “Senza fiaccolate, senza marce, senza issare barricate, e senza l’uso di un panzer! (….) tutto si decide, e molto pacificamente, in qualche segreto retrobottega”.
Un meccanismo oligarchico governa l’Ue, ed è significativo che il trio Commissione Europea-Bce-Fmi, che sta gestendo la crisi dell’euro, è stata giornalisticamente ribattezzata la “troika”, un termine che risale all’Unione Sovietica di Stalin. Lo scrittore tedesco lo descrive con chiarezza: “le decisioni dei membri interni di questo ‘Comitato di Salvezza’ sono, dal punto di vista formale, immediatamente vigenti, e in ogni caso non dipendono dalla ratifica di nessun Parlamento nazionale. (…) I nostri Padrini europei – aggiunge Enzensberger, che paragona la cupola dell’Ue alla mafia - sono quindi oggi politici sottratti ad ogni controllo giuridico e ad ogni istanza legale. Anzi godono di un privilegio che non spetta neanche ad un boss della camorra: e cioè l’assoluta immunità giuridica, cosi almeno sta scritto negli articoli 32 bis 35 del Trattato ESM (“European Stability Mechanism”, che istituisce il cosiddetto fondo salva-Stati, n.d.r.). “L’espropriazione politica dei cittadini ha in tal modo raggiunto il suo apice”, osserva Enzensberger. “Il processo di espropriazione è invero iniziato molto prima, al più tardi con l’introduzione dell’euro”. Segue un’analisi sugli errori anche tecnici che sono alla base del fallimento della moneta unica ed hanno portato alla crisi attuale. “Questa valuta comune è il risultato di un mercimonio politico che, con la massima scioltezza, si è sbarazzato di tutti i presupposti economici. Sono state completamente ignorate tutte le diversità strutturali delle varie economie nazionali, le loro divergenti competitività, così come i loro straripanti debiti sovrani. Il piano di omogeneizzare in tal modo l’Europa non ha poi prestato la benché minima attenzione alle differenze storiche tra le culture e le distinte mentalità del Vecchio Continente”.
Lo scrittore tedesco denuncia il ricatto di quelli che definisce ironicamente i “Salvatori” d’Europa”. “ ‘Se fallisce l’euro fallisce l’Europa!’. È con questo slogan assai spiritoso che si prova a convincere un continente con mezzo miliardo d’abitanti a seguire l’avventura di una classe politica completamente isolata. (…) Proprio la cosiddetta crisi dell’euro dimostra che in realtà non c’è in gioco solo una espropriazione politica dei cittadini, ma che questa conduce logicamente al suo pendant: e cioè l’espropriazione economica.” Per l’intellettuale tedesco di fronte alla crisi innescata dal progetto tecnocratico e totalitario dell’Ue e dal suo strumento, l’euro, non ci sono soluzioni a portata di mano. “Un’unica, semplice via d’uscita da questa trappola in ogni caso non c’é. (…) Clausole che prevedano una fuoriuscita dall’euro non sono mai state inserite nei Trattati”, scrive. Le conclusioni non sono però prive di speranza. “I 500 milioni di europei non saranno certo tentati di lasciarsi andare senza opporre la minima resistenza. E seguendo anzi fino alla fine i mantra preferiti dei loro Salvatori: ‘Non c’è alternativa, se falliamo noi fallisce l’Europa!’ (…) Certo, senza costi, gravi conflitti e dolorosi tagli – è la previsione di Enzensberger – non vi sarà via d’uscita dal vicolo chiuso in cui i nostri Ideologi dell’Interdizione democratica ci hanno ficcati. E chi già adesso intona l’inno funebre all’Europa non ne conosce le potenzialità”. Certo, la reazione contro gli apprendisti stregoni dell’Ue aumenta, anche se quasi sempre non dispone ancora di leader adeguati. Senza di loro, non si potranno rimandare ai loro Inner circle, ed alle loro pratiche esoteriche, i tecnocrati del progetto Ue responsabili dell’attuale disastro. (LN56/12).
QUIRINO 1
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