domenica 16 settembre 2012
I DUE GRANDI M&H.
L'AMICIZIA DI DUE CONDOTTIERI E IL DESTINO DI DUE POPOLI
Questa guerra,quando sarà finita, avrà sottoposto l'umanità intera a tutti gli esperimenti e a tutte le prove.Non sappiamo quali rivelazioni ci sono ancora riservate.Per ora essa ha provato largamente che i valori morali non sono delle cose teoriche le quali si insegnano ai fanciulli perchè così vuole l'abitudine e che poi al dunque si buttano via e si nascondono come molti fanno con le idee politiche.I valori morali restano invece alla base di tutto l'attuale conflitto e lo regolano direttamente.I nostri nemici, che si vantano di avere tanti armi da polverizzare il mondo e credono perciò che la loro vittoria è sicura, in realtà fino a questo momento hanno ottenuto dei successi decisivi solo operando nel campo morale:provocando cioè il tradimento e servendosi di esso per conseguire risultati politici e militari.
Per le stesse ragioni dove i valori morali non si sono potuti attaccare o, se attaccati, sono rimasti saldi, il nemico è stato battuto e scornato.Si rivela così la grande verità che è nelle affermazioni di Nietzsche, il quale è ora di grande attualità essendosi compiuto in questi giorni il primo centenario della sua nascita.Il filosofo di Roecken preoccupato del cataclisma che il suo genio sentiva imminente e inevitabile raccomandava alle generazioni che avrebbero dovuto combattere, acciocchè fossero più forti, innanzi tutto il senso dell'onore e il rispetto della parola data.Quale importanza decisiva abbiano l'onore e il rispetto della parola data nel gioco delle armi e nel caos di una lotta gigantesca dove tutto minaccia di disperdersi, l'Italia conosce bene per sua triste esperienza.
Ora è nella luce di questi principi che bisogna giudicare l'importanza e il valore dell'amicizia fra il Duce e il Fuerher.Questa amicizia non è un fatto di convenienza o di opportunità; non è nemmeno una coincidenza; è un incontro di due volontà, di due condottieri, in uno dei momenti più gravi della storia del mondo.Alle spalle dell'uno e dell'altro sono i destini di due grandi popoli; e come l'amicizia di essi simboleggia ed esprime il movimento di questi destini, così la posizione storica dei due popoli conferisce a quell'amicizia un valore fondamentale.Sappiamo che tutti i capi politici, se i relativi paesi concludono delle alleanze, si vantano di essere tra loro dei grandi amici.Churchill per esempio si vanta di essere un grande amico di Roosevelt, e l'uno e l'altro si vantano di essere grandissimi amici di Stalin.Costui, per conto suo, non si esprime mai in modo troppo cordiale e tanto meno commosso.Quando qualcuno dei suoi alleati o qualche rappresentante di essi va a trovarlo a Mosca, si profonde semplicemente in manifestazioni pantagrueliche.Offre dei banchetti della durata di otto ore, i quali cioè iniziano regolarmente alle 6 del pomeriggio e finiscono alle 2 del mattino.Sono banchetti che hanno qualcosa di orgiastico e - se vogliamo stare alle descrizioni che ne fanno i giornalisti della stampa nemica - dovrebbero somigliare molto al terzo atto della Kovancina di Mussorgski.Hanno in meno le danzatrici e le danze;in conseguenza di ciò la masticazione deve essere più spedita e la deglutizione deve essere più assorta e più sinistra.Come tuttavia dietro questo scenario di bevande forti e di cibi piccanti serviti in serie inesauribili, l'amicizia possa essere sincera nessuno potrebbe dimostrare.
Abbiamo indugiato con intenzione su questo dettaglio del campo nemico.L' amicizia fra Mussolini e Hitler contratta nel duro clima di una lotta decisiva, si è temprata attraverso le prove più aspre:Mussolini fin dal principio della infausta crisi apertasi col 25 luglio dell'anno scorso, sentì che il Fuerher - sono sue parole - avrebbe tutto tentato pur di liberarlo.Nè avrebbe potuto essere diversamente.I nemici volevano prima di ogni altra cosa, imponendo una resa incondizionata all'Italia, la persona del Duce; avevano paura della sua libertà e al tempo stesso volevano vendicarsi.I traditori del nostro paese, che quella vergognosa resa avevano accettato, si erano particolarmente impegnati su questo punto.Il tradimento però dell'Italia al quale si è paragonato quello di altre Nazioni alleate della Germania è stato invece di un genere tutto speciale.Esso cioè non è consistito in un improvviso rovesciamento di posizioni.Esso è durato 45 giorni durante i quali il governo, con una abiezione senza precedenti nella storia del mondo, ha continuato a fingere di essere alleato della Germania e di voler proseguire la guerra al suo fianco.Ciò comportava qualche rischio.Dal giorno in cui la persona del Duce fu sequestrata fino al 12 settembre i tentativi del Fuehrer per conseguire la sua liberazione non ebbero tregua. Il capitano Skorzeni, sull'attenti dinanzi al Duce, nel rifugio sul Gran Sasso, disse:"Il Fuehrer, che dopo la vostra cattura ha pensato per notti e notti al modo di liberarvi, mi ha dato questo incarico.Io ho seguito con infinite difficoltà giorno per giorno le vostre vicende e le vostre peregrinazioni.Oggi ho la grande gioia, liberandovi, di avere assolto nel modo migliore il compito che mi fu assegnato".
Il Duce rispose:" Ero convinto sin dal principio che il Fuehrer mi avrebbe dato questa prova della sua amicizia.Lo ringrazio molto e con lui ringrazio voi, capitano Skorzeni, e i vostri camerati che hanno con voi osato".
Il mattino dopo il Duce era al Quartier Generale del Fuehrer dove l' " accoglienza fu semplicemente fraterna".L'emozione provocata dall'episodio nel popolo tedesco fu enorme.Da ogni parte del Reich giunsero a Mussolini migliaia di telelegrammi, lettere e perfino delle poesie.Emozione ancora più viva, ma assai più circoscritta - e il Duce stesso ha spiegato perchè - si ebbe in Italia.Coloro che avevano sempre sperato e creduto videro veramente in questa liberazione un gesto della Provvidenza, la quale in mezzo all'annientamento tenebroso della Patria, organizzato da un gruppo di criminali venduti al nemico e accettato da larghe masse per un fenomeno di cretinismo collettivo, volle restituire all'Italia tutte le possibilità della sua salvezza.
Ma la sicurezza che ebbe il Duce nella decisa volontà del Fuehrer di tutto mettere in atto per arrivare alla sua liberazione sta per l'appunto a riaffermare ciò che significhi la saldezza di quei principi morali che sono alla base di una leale amicizia e senza i quali niente nella vita degli uomini è destinato a restare in piedi.L'Italia, dopo il tradimento badogliano, avrebbe potuto essere un paese di occupazione da una parte e dall'altra.La Repubblica Sociale Italiana, che è potuta sorgere in nome di quella amicizia fra i due Condottieri, è ora la prova che l'onore e il rispetto della parola data sono la condizione essenziale per l'indipendenza dei popoli e la loro resurrezione.E' la prova:ma sia anche un monito e un augurio per l'avvenire.
(da "La Marcia continua" numerico unico dell'Ufficio Stampa del P.F.R. ottobre 1944-XXIII
QUIRINO 1
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