Germania, febbraio 1945
Alle 22,15 del 13 febbraio oltre 500 bombardieri inglesi Lancaster scaricarono sulla città indifesa le terribili bombe dirompenti Block Buster. Poi si allontanarono in direzione di Strasburgo.
I soccorritori iniziarono ad affluire dalle città vicine, mentre gli scampati escono lentamente dai rifugi. Era quello che gli inglesi attendevano: far uscire la gente, far arrivare i soccorritori e tornare a colpire.
Ore 1,28 del 14 febbraio arriva, indisturbata come la prima, la seconda ondata. Questa volta però i bombardieri pesanti della Raf portano nelle stive 650.000 bombe incendiarie caricate a benzina e a fosforo in grado di sviluppare un calore che fonde il ferro (la versione aggiornata, le famigerate bombe al napalm, sarà poi sperimentata dagli americani in Vietnam). L’effetto fu devastante.
Dresda si trasformò in un immenso rogo esteso un centinaio di chilometri quadrati e visibile ad oltre 300 Km di distanza.
All’interno si sviluppa una temperatura che arriva fino a 1.000 gradi che porta alla formazione di una corrente d’aria ascensionale d’inaudita potenza e calore. Dalle case già sventrate dalle bombe dirompenti è aspirata ogni cosa e scaraventata all’interno della fornace.
Chi non muore divorato dalle fiamme soccombe nei rifugi, asfissiato per mancanza d’ossigeno o intossicato dal monossido di carbonio.
All’alba del 14 febbraio, quando per i sopravvissuti delle zone periferiche della città sembrava che il peggio fosse passato, ecco giungere la terza ondata.
Gli americani, che non potevano essere da meno degli inglesi, con le loro fortezze volantiscaricarono su ciò che restava della città e dei suoi abitanti il loro carico di morte e distruzione, mentre i caccia Mustang, a volo radente, mitragliavano le colonne di profughi che cercavano di fuggire dall’inferno di Dresda.
In totale su Dresda furono sganciate 2.700 tonnellate di bombe, un quantitativo enorme, ma la prevalenza di bombe incendiarie, che rappresentarono circa il 70% degli ordigni lanciati, causò la più spaventosa tragedia della guerra: i morti accertati furono 135.000.
Questo fu Dresda: un orribile massacro di civili che non trovò alcuna giustificazione dal punto di vista militare. Fu il macabro record di disumanità, eguagliato solo dai bombardamenti atomici sul Giappone che causarono oltre 150.000 morti.
Gli angloamericani ancora oggi con sorprendente cinismo giustificano quello spaventoso massacro affermando che:
«Fu un inevitabile prezzo da pagare per la liberazione dell’Europa e del mondo dalla barbarie nazista...»
In realtà, ciò che animò l’ordine impartito da Churchill, e pienamente condiviso dall’alleato americano, fu il desiderio di infliggere una punizione esemplare non al regime hitleriano, ma al popolo tedesco e, nel contempo, lanciare un monito all’alleato sovietico: quello che oggi è toccato a Dresda domani potrebbe toccare a Mosca. Lo stesso intento delle due bombe atomiche americane sul Giappone prossimo alla resa.
Al processo di Norimberga, dove nell’ottobre del ’46 furono giudicati i gerarchi nazisti colpevoli di crimini contro l’Umanità, sul banco degli imputati per gli stessi reati non avrebbero sfigurato gli autori e, soprattutto, il mandante del bombardamento di Dresda: Winston Churchill.
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mercoledì 12 febbraio 2020
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